Cremona Le osservazioni presentate lunedì scorso dal circolo Vedo Verde di Legambiente mettono a nudo il circolo vizioso che ha indotto il Comune a peggiorare la già discussa lottizzazione di via Flaminia. Già più di tre anni fa, il 4 dicembre 2015, il circolo Vedo Verde, come portatore di interessi diffusi sul territorio, aveva fatto osservazioni sia durante la fase di adozione della variante del Pgt che al momento dell’autorizzazione dei lavori, che in un primo tempo riguardavano la costruzione di alcune villette, su proposta dell’Istituto di mutuo soccorso e previdenza dei sacerdoti diocesani. Il terreno è stato donato all’istituto ecclesiale grazie al lascito testamentario di Maria Teresa Soldi Tonghini nel 1988; nel 2013 l’amministrazione Perri ha inserito la lottizzazione nell’ambito di trasformazione 25. Su un totale di 20mila metri quadrati, ne sarebbero rimasti 6.600 a parco e orti urbani, accanto alle quattro nuove villette sul lato ovest, e altre due, se non una, sul lato est, con un parcheggio. Le polemiche contro il consumo di suolo sono state veementi, poiché l’area è tra città e campagna, attraversata da corsi d’acqua, e una pista ciclopedonale dà la possibilità di immergersi nella natura. Eppure l’amministrazione Galimberti l’anno scorso ha tolto altro verde pubblico, per autorizzare una variante che consente di costruire la sede a una cooperativa onlus, che offre servizi ai disabili. La società diocesana ha potuto monetizzare anziché costruire le opere di urbanizzazione: il Comune ha acquisito gratuitamente 6.693 metri quadrati, destinandone 4.513 ad attrezzature pubbliche e di interesse pubbliche. Non risulta nemmeno che il Comune, nota l’associazione, abbia messo in vendita il terreno ottenuto. Si crea così un precedente, per Legambiente, che precisa di non voler criticare la lodevole iniziativa della cooperativa alla ricerca di una sede. Il fatto è che il Comune di conseguenza potrebbe continuare ad autorizzare cantieri al posto del verde pubblico a chiunque lo richieda, consumando suolo anche se la popolazione non aumenta da molti anni. La finalità sociale della onlus dunque non giustifica una scelta simile, dato che ci sono numerose aree dismesse a Cremona, anche nelle vicinanze della lottizzazione. Area oltretutto delicata, per la presenza di un corso d’acqua, il Colo Reale, quindi con un rischio idrogeologico, e l’ulteriore modifica dei confini del parco sovracomunale del Po e del Morbasco. Nel corso delle consultazioni per la Valutazione ambientale strategica Pier Luigi Rizzi, presidente del circolo Vedo Verde, chiede quindi all’amministrazione di cambiare la propria scelta.

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