Chiude la Danone di Casale Cremasco

Nel 2012 la Danone usciva con un report di “responsabilità sociale”; nel 2014 annuncia la crisi.

La Danone chiude tre impianti in Europa, uno dei quali è quello italiano di Casale Cremasco con un impatto notevole sul livello occupazione nel Paese. Lo rende noto lo stesso colosso alimentare francese precisando che per l’impianto italiano è prevista la soppressione di 100 posti di lavoro.

Chiuderanno altri due stabilimenti, uno in Germania e l’altro in Ungheria, in tutto si parla di un esubero di 320 persone.

“Lo stabilimento di Casale Cremasco – scrive l’azienda – è tra le unità produttive più piccole a livello europeo e negli ultimi tempi ha riscontrato livelli di sovraccapacità per un Paese con condizioni di mercato particolarmente negative.  Il progetto interesserà la totalità delle linee produttive presenti sul sito e si svilupperà nel corso del 2014 per concludersi, compatibilmente con le operazioni industriali e formali previste, intorno alla metà del 2015. Il numero complessivo di posizioni  interessate dall’operazione è di circa 100?.

 Così, mercoledì 11 giugno i dirigenti Danone di Casale Cremasco hanno gettato nella disperazione i dipendenti che si sono immediatamente riuniti in assemblea. A mezzogiorno i lavoratori hanno iniziato lo sciopero con sit-in davanti all’ingresso dello stabilimento (entrata che Danone ha in comune con l’adiacente polo produttivo della Galbani). Il 12 giugno, giornata di festa patronale, era già prevista la chiusura dello stabilimento, mentre il 14 in municipio si terrà un consiglio comunale aperto convocato dal neo sindaco Antonio Grassi che ha incontrato il direttore del personale per l’Italia, Riccardo Romano, in municipio. Lunedì 16 giugno sono previste nuove assemblee del personale per decidere le iniziative di lotta. L’azienda, nel corso dell’incontro di ieri con i lavoratori e i sindacati, ha chiesto ai dipendenti di continuare a lavorare regolarmente sino alla chiusura.