Yara, domani la convalida del fermo

L’aveva confidato al fratellino che qualcuno la osservava. Yara aveva avuto una strana sensazione qualche settimana prima della tragedia, ma poi non era stato dato peso alla cosa. Ora, però, sembra quasi che l’assassino l’avesse “puntata”. E mentre si cerca di comporre il puzzle della vicenda, tanto tragica quanto intricata, questa mattina, nel carcere di Bergamo, il pm Letizia Ruggeri, accompagnata da agenti dello Sco, della squadra mobile, del nucleo investigativo e dei Ros, oltre che dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, consulente della Procura,  ha interrogato di nuovo Massimo Giuseppe Bossetti, l’uomo fermato lunedì scorso per l’omicidio della giovane ginnasta perché si temeva che potesse fuggire. Anche questa volta, però, come nel primo interrogatorio di lunedì in caserma, Bossetti si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’interrogatorio sarebbe stato stato chiesto dallo stesso pm e si sarebbe concentrato sugli elementi contenuti nel provvedimento di fermo. Domani mattina, poi, davanti al gip Ezia Maccora, si terrà l’udienza di convalida del fermo di Bossetti. Nel provvedimento di fermo è riportato della“Sostanziale e assoluta compatibilità” tra i l Dna di Massimo Giuseppe Bossetti e quello ritrovato sui leggings di Yara. Vengono inoltre ricostruite le drammatiche fasi della morte della ginnasta, che ha ricevuto “tre colpi al capo e plurime coltellate in diverse regioni del corpo e abbandonata agonizzante in un campo isolato”. L’accusa, dunque, per Bossetti è di omicidio con l’aggravante delle sevizie e della crudeltà. Inoltre, tra gli indizi trovano spazio anche le “polveri riconducibili a calce” che riportano immediatamente al lavoro dell’uomo, muratore, e al fatto che nei polmoni di Yara furono trovate tracce di polveri residue di materiale usato in edilizia.