Bordolano, rischio sismico nascosto dal Comune

Bordolano (Cremona).  Clamorosa sorpresa nella delibera 26 del consiglio comunale di Bordolano, che non ha pubblicato le osservazioni dei cittadini al Piano di lottizzazione per la costruzione della centrale di compressione e distruzione del gas metano, che sorge accanto agli impianti di stoccaggio. Dapprima con un avviso pubblico l’amministrazione ha avvisato il pubblico della possibilità di presentare osservazioni, come previsto dalla legge in caso di varianti al Piano di governo del territorio, come in questo caso. Ne sono state depositate al protocollo del Comune almeno otto. A verbale della seduta del consiglio comunale del primo luglio è stata riportata solo la prima frase di ciascun testo: tutte le osservazioni sono state respinte dalla maggioranza perché non mostravano contenuti urbanistici. I cittadini, non solo di Bordolano ma anche della vasta area che circonda il Comune, non possono quindi nemmeno farsi un’idea se la maggioranza ha torto o ragione. Ma trattandosi di una centrale del gas autorizzata dal ministero dell’ambiente a causare sismi di potenza 3.0 l’unico consigliere d’opposizione Luisa Pea ha avuto il diritto di chiedere perché non sono stati presentati dal Comune i documenti previsti dalla legge. Manca ogni riferimento all’Erir, cioè l’Elaborato sui rischi di incidenti rilevanti, documento assente anche dal Pgt di Bordolano. Non si trova nemmeno riferimento alle tubazioni della Snam che collegano l’impianto di stoccaggio A con il B e la centrale e neppure si parla della sorgente sismogenica che passa a soli 1.500 metri dalla zona prevista per la centrale. Il rischio sismico, che per il ministero dell’ambiente esiste anche a macchinari fermi, arriva a un raggio di 10 km dagli impianti, mentre i fondi pozzo sfiorano i duemila metri, 500 metri sotto la linea sismogenica. La maggioranza che sostiene il sindaco Davide Brena sostiene che la Stogit ha garantito il monitoraggio: tuttavia di studi sismologici indipendenti non si parla nemmeno. Non viene ammesso alcun confronto fra maggioranza e opposizione: si fa valere la legge dei numeri e si vota a maggioranza su ogni punto, senza libera discussione. Restano quindi aperte le domande. Come affrontare il rischio? E’ obbligato il Comune ad accettare ogni proposta della società controllata dall’Eni o può pronunciare un no motivato come altri Comuni? Il rischio sismico legato a stoccaggi e centrali è stato accertato dalla commissione Ichese, e recentemente anche a proposito di uno stoccaggio spagnolo, a Castor. E il gruppo spagnolo ACS, proprietario del 60% dell’attività, ha annunciato il proprio ritiro.