Cremona, Tamoil: la sentenza slitta?

Il 17 o il 18 luglio potrebbe essere pronunciata la sentenza del processo Tamoil ma, molto probabilmente, tutto slitterà di almeno una settimana. Il 16 luglio, infatti, sarà il giorno delle repliche del pm, delle parti civili e delle difese ma, se si dovesse rendere necessario concludere il giorno dopo, quindi il 17, la sentenza verrà posticipata, alla settimana successiva. In ogni caso, comunque, entro la fine del mese. Il processo Tamoil si sta svolgendo con rito abbreviato e vede accusati di avvelenamento delle acque, di omessa bonifica e, per tre di loro, anche di disastro colposo, cinque manager della raffineria cremonese: si tratta del libico Mohamed Saleh Abulaiha, del francese Ness Yammine, dei cremonesi Giuliano Guerrino Billi, Enrico Gilberti, e di Pierluigi Colombo. Il pm Fabio Saponara aveva già chiesto, per loro, condanne che vanno da un minimo di 6 anni e 8 mesi ad un massimo di 13 anni, pene già ridotte di un terzo, mentre le parti civili, solo come provvisionale, hanno chiesto 1.660.000 euro di risarcimento danni. Oggi, in aula, le conclusioni degli avvocati della difesa, mentre durante la scorsa udienza, invece, l’argomento trattato era stato quello dell’avvelenamento delle acque che, secondo la difesa, dal punto di vista tossicologico e scientifico non ci sarebbe mai stato. Nelle scorse udienze, poi, erano amerse anche altre questioni, come quella relativa al 2005 secondo cui Comune ed Arpa avrebbero chiesto “discrezione nell’esecuzione delle indagini esterne della raffineria per non creare allarmismo nella popolazione”. E anche quella di Legambiente, che ha chiesto che l’eventuale concessione della sospensione della pena sia subordinata alla bonifica e al ripristino dei luoghi.