Cremonese: stop a trivellazioni a sorpresa

Il ministero dell’ambiente del governo Renzi, d’accordo con la Regione Lombardia, ha autorizzato alcune società multinazionali a cercare il petrolio e il metano nella nostra regione, come se fosse il Texas. Notoriamente non è così, qui non sprizza petrolio dal terreno, ma neanche ad andarlo a cercare a chilometri di profondità. Quel poco che se ne trova non vale la spesa delle costose ricerche, mentre il gas se l’è già preso l’Eni ai tempi di Mattei. Anche l’Unione europea si è innamorata dello shale gas, che si estrae dalle rocce sotterranee facendole esplodere. Nel sottosuolo dunque può succedere di tutto: peggio che una guerra. È una corsa all’oro motivata dalle tasse incredibilmente basse che l’Italia, al contrario degli altri Paesi, fa pagare ai petrolieri. Così anche le province di Cremona e di Brescia potranno essere vittime di un’incomprensibile corsa all’oro, e il sottosuolo di Lograto, Scarpizzolo, Trìgolo, Soncino, Sospiro, Melzo, anche Castelverde a quattro passi da Cremona potrà essere spremuto, bombardato e trivellato fino all’ultima atmosfera di gas o per qualche barile di greggio di infima qualità, neanche buono per far la benzina. Ed è quello lo stesso destino che, a sentire governo e Regione, attende le province di Milano, Bergamo, Mantova. Per questo l’associazione provinciale Salviamo il Paesaggio ha deciso di inviare una lettera a tutti i sindaci perché informino i cittadini: il vero oro infatti è azzurro, non nero; è l’acqua delle falde lombarde, che ha fatto la fortuna dell’agricoltura tanto penalizzata da attività che invece appaiono puramente speculative. Prima di approvare un progetto vanno valutate le compatibilità ambientali ed economiche, messi al corrente cittadini e associazioni. Troppi, invece, sono i precedenti negativi, sempre a danno dell’aria che si respira e a rischio della qualità dei prodotti agricoli.