Piacenza. Meriterebbe di essere raccontata la storia della Fondazione (ex bancaria) che ha investito in una banca privata del Gibuti, in Africa. O la manovra del parcheggio per sbaglio di 200 milioni in Svizzera. E quell’altra vicenda di decine di milioni bruciati in una banca in crisi con 500 anni di storia. Senza dimenticare il caso di chi si è riempito di derivati, compreso il famigerato prestito “fresh” di Montepaschi. E poi i dubbi sulla reale consistenza del patrimonio (ovvero 342 milioni). Sono queste le domande che anche il Corriere della Sera, dopo di noi e a distanza di alcuni mesi dai nostri servizi, ha riportato ieri in un ampio articolo. Nel mirino ci sono le strane operazioni della Fondazione di Piacenza che gestisce il patrimonio dei piacentini. Una situazione che da locale è ora di interesse nazionale, che ha portato alle dimissioni del vicepresidente, il banchiere Beniamino Anselmi, e sui cui ora l’opposizione a Palazzo Mercanti vuole vederci chiaro. E se la complessa quanto imbarazzante vicenda della Fondazione di Piacenza dovrà ora essere affrontata anche in altre sedi e con altre conseguenze ben più pesanti, è inevitabile non registrare che lo scontro tra presidente e consiglio paralizza da oltre un mese le attività della Fondazione stessa e la ricerca di un nuovo presidente unitario.