Si chiama Marco Vallisa, ha 53 anni, è originario di Cadeo (in provincia di Piacenza) ed impegnato in Libia con l’impresa modenese Piacentini Costruzioni: di lui e di altri suoi due colleghi stranieri, il bosniaco Petar Matic e il macedone Emilio Gafuri non si hanno più notizie da ieri. Erano a Zuvara, cittadina nell’ovest della Libia, dove erano impegnati per l’azienda modenese a capo di un consorzio di società italiane, che sta attualmente lavorando all’ammodernamento del porto della città libica di 180.000 abitanti a 60 km dal confine tunisino. Un business da 37 milioni di euro. Da ieri mattina di loro si sono perse le tracce e proprio fonti aziendali paventavano, già ieri, il rischio di un rapimento dei tre dipendenti. Oggi la conferma arriva direttamente dal Governo di Tripoli. Sono quindi ore di grande angoscia e di apprensione per la moglie dell’uomo, dalla quale ha avuto tre figli e per i suoi amici e parenti, oltre che per i colleghi. Il tecnico, specializzato nel settore costruzioni e che spesso lavora con grandi aziende all’estero, era partito per Tripoli un mese fa. Dalle prime notizie arrivate dal paese nord-africano, la macchina di servizio dei tre lavoratori è stata ritrovata di fronte casa. Le autorità di Zuwara si sono attivate nella ricerca degli operai e avrebbero anche fermato alcune persone che potrebbero essere probabili sospetti, ma niente di concreto. Da parte della Farnesina costante è il contatto sia con la famiglia di Vasslisa, sia con il sindaco Marco Bricconi. “Io e Marco ci conosciamo fin da bambini – racconta il primo cittadino di Cadeo – tutti lo conoscono in paese. Lui non si mostrava particolarmente preoccupato per rischi legati al suo mestiere, anche perché ci aveva assicurato che l’azienda per cui lavora è estremamente professionale e attenta alla sicurezza dei propri dipendenti. Certo, la Libia è un paese complesso ma non ci sono mai state avvisaglie di presunti pericoli”.