Dopo 20 giorni di combattimenti, forse Israele e Palestina hanno raggiunto l’accordo per una “tregua umanitaria” di qualche ora o di qualche giorno, ma il numero delle vittime cresce in continuazione…
Basta guardare la foto di questo bimbo colpito mentre era in braccio alla madre che lo ha salvato proteggendolo con il suo corpo, corpo che è stato invece dilaniato senza speranza da una bomba, per comprendere la ferocia e l’assurdità della guerra, non solo quella di Gaza, ma di qualsiasi guerra.
Guardiamo in faccia ciò che sta succedendo fra Israele e Palestina. In Israele continuano a risuonare le sirene antimissime. Nella Striscia di Gaza ogni giorno Ashraf al-Qedra conta un centinaio di morti. Il ministro per la ricerca scientifica israeliano Yaakov Peri dichiara che la tregua umanitaria non impedirebbe a Israele di bombardare i tunnel offensivi scavati da Hamas…
Secondo i dati Onu più dei due terzi delle vittime palestinesi del conflitto sono civili e uno su quattro è un minore.
Ascanio Celestini, un italiano iscritto a PeaceLink (www. peacelink.it), l’associazione di informazione, pluripremiata per la sua attività giornalistica basata sul volontariato, di conseguenza superpartes, manda questo comunicato in redazione:
“Sul giornale di ieri cerco i numeri di Gaza per questi giorni: 176 morti e oltre 1.200 feriti. 100mila persone rimaste senza acqua. La cosa che continua a colpirmi da anni è la macabra sproporzione.”
E allora andiamo a vedere questa sproporzione.
Vittorio Arrigoni, altro peacelinker, cinque anni fa scriveva:
“ -Ho una videocamera con me, ma ho scoperto oggi di essere un pessimo cameraman. Non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime. Non ce la faccio. Non riesco perché piango anche io.-
Parlava dei palestinesi che visitavano le celle frigorifere per riconoscere i loro morti. Molti
non erano interi. Di alcuni restavano frammenti. Scriveva di una donna che dopo ore di ricerca tra i pezzi di cadaveri riconosce il marito in una mano amputata con una fede al dito.
“Intendiamoci, come pacifista e non violento aborro in maniera più totale e convinta qualsiasi attacco di palestinesi contro israeliani, ma quaggiù siamo stanchi di sentire la cantilena che questa strage di civili è la risposta di Israele ai lanci dei modesti ‘razzi’ artigianali palestinesi. Per inciso, dal 2002 sino ad oggi i Qassam su Israele hanno prodotto 18 morti, qui sabato in una manciata di ore di civili morti negli ospedali ne abbiamo contati più di 250”, è il commento di Arrigoni il primo gennaio 2009. Una settimana dopo gli israeliani morti di quei giorni erano 4, i palestinesi 768 di cui 219 bambini. Alla fine dell’operazione militare i morti tra i palestinesi sono circa 1.300. Mille volte di più rispetto alle vittime israeliane.
Numeri che raccontano una guerra terribile, guerra terribile mostrata anche dalla foto del bambino che pubblichiamo. Che altro si può dire della guerra oltre che è assurda e inutile?
23 luglio 2014: Su Il Sole 24 Ore si legge la notizia che il consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha avviato un’inchiesta sull’offensiva di terra di Israele contro Gaza, accogliendo la richiesta palestinese affinché le azioni dello Stato ebraico venissero valutate da un organismo internazionale. I 46 membri del Consiglio hanno appoggiato la bozza di una risoluzione palestinese con 29 voti a favore: gli Stati arabi e musulmani sono stati affiancati da Cina, Russia e dalle nazioni dell’America Latina e dell’Africa. Gli Stati Uniti sono gli unici che hanno votato contro, mentre i Paesi europei si sono astenuti.
«La decisione del Consiglio Onu per i diritti umani è una parodia e dovrebbe essere rigettata da ogni persona decente ovunque». Così il premier israeliano Benyamin Netantyahu – tramite il suo ufficio – ha commentato la decisione dell’agenzia Onu di chiedere una commissione di inchiesta sulle violazioni a Gaza. «Dovrebbe piuttosto investigare – ha aggiunto – su Hamas».(http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-07-23/guerra-gaza-us-airways-)
La diplomazia svolge il suo lavoro che, ci auguriamo, non rappresenti gli interessi degli armatori, perché è chiaro che i veri vincitori di ogni guerra sono loro, i produttori e i trafficanti di armi: più guerre, maggiori i guadagni, punto.
Noi civili, invece, invochiamo la pace, vogliamo che tutti prendano coscienza che la guerra è solo orrore, è soltanto interesse economico di pochi contro la miseria e le sofferenze di molti. Noi vogliamo ciò che il Mahatma Gandhi ha definito SATYAGRAHA dove Sat è l’essere; Satya è la verità intesa non come dogma da imporre, ma come ricerca, tensione verso l’autenticità dell’essere; Agraha è la fermezza nell’agire per l’affermazione della verità. Come Gandhi, ciò che noi vogliamo è il potere della NONVIOLENZA che agisce nei conflitti per trasformarli e trascenderli in realtà di Pace.