Dopo l’approvazione del piano di risanamento acustico dell’acciaieria Arvedi, a fine giugno, le proteste causate dalla percezione di rumori eccessivi sono continuate, e proprio in una zona che non appare considerata come le altre, ovvero il quartiere Dossetto di Cavatigozzi che sorge di fronte al tubificio, confinante con il porto canale. La distanza dall’acciaieria è di varie centinaia di metri e le centraline per il rilevamento dei rumori entreranno in funzione a ottobre, rivolte dall’acciaieria verso i centri abitati della frazione di Cremona Cavatigozzi e del Comune di Spinadesco. L’assessore all’ambiente del Comune di Cremona Alessia Manfredini ha partecipato su delega del sindaco Galimberti alle riunioni con i Comuni confinanti, il settore Ambiente della Provincia, l’Arpa e l’azienda siderurgica per l’approvazione del piano presentato dall’Arvedi. E la stessa Manfredini ribatte che non mancheranno occasioni nei prossimi giorni e ulteriori passaggi sul risanamento acustico, in particolare sul piano di monitoraggio: una volta acquisiti dati certi e compiute le opportune verifiche, ci sarà modo per confrontarsi senza problemi. Le segnalazioni dei residenti di Cavatigozzi intanto non si fermano e l’attenzione degli abitanti nemmeno si smorza. Ieri sera sono stati uditi altri rumori forti provenienti dal tubificio e in questi giorni anche dallo scalo ferroviario: il trenino che porta rottami ed esce carico di scorie accelera la produzione d’acciaio come quella di rumori. Ci sono macchinisti che suonano più spesso, altri meno: l’incrocio fra binari e strada è presidiato in un punto solo da una croce di Sant’Andrea. Una richiesta di verifica è già stata protocollata da un residente in questi ultimi giorni, nella speranza che Comune o Arpa verifichino. Dall’Arpa negli ulltimi tempi, inoltre, sono arrivate agli abitanti anche risposte angosciate: non abbiamo il tempo di fare una verifica che subito arrivano nuove segnalazioni. Lavoro difficile anche perché la Regione non sostiene anzi depaupera l’Arpa di Cremona. L’aspetto più amaro è che le segnalazioni si erano fermate non perché regnasse il silenzio bensì perché l’acciaieria Arvedi aveva dichiarato di aver individuato tutte le fonti di rumore. Approvato il piano acustico, però, la fase di confronto tra istituzioni e quindi il monitoraggio si caricano di aspettative in attesa di una soluzione dopo anni di lamentele.