Crema: in vendita la piscina in attivo

Un milione e 482mila euro di entrate e un milione e 166mila di uscite fanno 316mila euro di attivo netto. E’ il bilancio della piscina comunale di Crema, attualmente di proprietà del Comune, che invece di apprezzare l’ottimo risultato e proseguire a incassare reddito ha deciso di venderla, tant’è vero che in settembre sarà pubblicato il bando di gara. Sembra un controsenso, per Rifondazione comunista che pure fa parte della maggioranza di centrosinistra. Di solito si vendono le attività in perdita, che l’ente pubblico non riesce a gestire in modo efficiente. Prevale però nella giunta e in consiglio comunale l’orientamento liberalizzatore e privatizzatore, non solo per vendere la piscina, che dà lavoro a undici dipendenti, bensì per cedere sul mercato la stessa SCS, ovvero la società cremasca dei servizi partecipata dai Comuni, a propria volta in attivo, solo per 40mila euro ma in attivo come altre attività gestite, ad esempio i parcheggi. Rifondazione voterà contro perché l’attivo di SCS è il risultato di un capovolgimento di tendenza: dopo anni di deficit ecco il bilancio in positivo. E allora che succede? Per il 70 per cento i frequentatori del centro natatorio comunale di Crema provengono dai Comuni del circondario, che in buona parte non si oppongono alla privatizzazione. Il comprensorio cremasco, che per la giunta Bonaldi doveva essere un punto di forza, risulta diviso, come già per altri motivi, ad esempio nella politica di gestione dei rifiuti. Crema vuole vendere SCS, oggi società per azioni partecipata dai Comuni ma domani società a responsabilità limitata. In breve la società di gestione dei servizi pubblici SCS – compresi anche i semafori, l’illuminazione pubblica, il centro sportivo comunale – saranno ceduti alla società patrimoniale SCRP. E secondo la delibera del consiglio comunale che già delinea i passi successivi, SCS sarà sciolta mentre la società patrimoniale entrerà nell’orbita di LGH, con la quale potrebbe firmare patti parasociali, tanto per iniziare a stringere dei rapporti ufficiali. Lo stesso sindaco Stefania Bonaldi, però, si trova ora a seguire un programma apprezzato, nella sua linea di fondo, anche dal centrodestra, che procederebbe con maggiore semplicità. E soprattutto, si rivela difficile da raggiungere quell’unità del comprensorio cremasco, con una trentina di Comuni capaci di generare la rappresentanza di centomila abitanti, cui il centrosinistra mira per realizzare strategie di rilievo.