Cremona: centrale metano, nonostante il terremoto

 

La scossa di terremoto registrata nella zona del lago di Garda conferma l’esistenza di un rischio sismico proprio nell’area in cui vengono proposti e spesso costruiti stoccaggi di gas metano e centrali di sovrapressione. La magnitudo 4.4 gardesana supera quella di 3.0 autorizzata dal ministero per le centrali di Bordolano e Sergnano, che hanno il diritto di causare sismi 3.0 in un’area di 10 chilometri.  E ci sono progetti di stoccaggi e centrali anche a Capriano del Colle e Romanengo, ancora non autorizzati. I danni, nella peggiore eventualità, possono verificarsi anche dopo anni.

 

A Bordolano è ormai iniziata a pieno regime la costruzione della centrale da parte della società Max Streicher, che esegue il progetto della Stogit, controllata dall’Eni. La Max Streicher è una società nuova, proprietà germanica, personale e dirigenza italiana, con sede a Parma, ormai piccola capitale del petrolio e del gas. La nuova società compie la sua prima prova di grande impegno in provincia di Cremona, con i lavori sull’area di 100mila metri quadrati di Bordolano e 100 chilometri di metanodotti. L’impatto ambientale è evidente: oltre alle emissioni di sostanze nocive, si vedono i fori nel terreno per cercare  eventuali ordigni bellici prima di posare i tubi del metanodotto, che passa sotto l’area industriale locale, e un numero di pozzi che potrà essere ancora ampliato. Come dicono i cartelli: organo del  ministero dello sviluppo economico, autorizza e controlla se stesso.