Delitto Yara: siti pedopornografici sul pc di Bossetti

Gli inquirenti stanno scandagliando la vita di Massimo Giuseppe Bossetti, il 44enne carpentiere di Mapello in carcere con l’accusa di essere l’assassino di Yara Gambirasio, per trovare le prove dell’efferato delitto. Sotto la lente d’ingrandimento sono finiti anche pc e supporti informatici sequestrati all’uomo e, secondo indiscrezioni riconducibili agli ambienti investigativi, il risultato delle analisi sul computer del 44enne avrebbero dato esiti significativi. Bossetti sui motori di ricerca del suo pc ha digitato infatti più volte, e fino ad un mese prima del suo arresto, parole chiave legate al sesso con ragazzine tredicenni. Più nello specifico, su Google lanciava la ricerca “tredicenni” seguita da altri dettagli. Parole funzionali al collegamento con siti pedopornografici o pornografici verso i quali sono emerse tracce di frequenti navigazioni. Parole inquietanti perchè riportano proprio l’età che aveva Yara quando è stata sequestrata e poi uccisa. Le analisi quindi sembrano per ora dare elementi importanti anche se la cautela è d’obbligo: il pc di Massimo Bossetti infatti non era nuovo, ma allestito assemblando parti già usate da altri e quindi le ricerche riscontrate potrebbero essere tracce lasciate dai precedenti proprietari. Intanto i legali del 44enne sono subito passati al contr’attacco: “Non ci sono stati accessi a siti pedopornografici” ha detto Claudio Salvagni, difensore di Bossetti. Ha aggiunto inoltre che gli esami sono ripetibili e quindi la difesa verificherà le circostanze con i propri consulenti. L’avvocato Salvagni, infine, ha ribadito che entro la prima metà di settembre verrà depositata al gip di Bergamo la richiesta di scarcerazione di Bossetti. Richiesta che è stata in gran parte già “preparata” e che deve essere solo completata.