Resta a Milano l’inchiesta per Maroni

Nessun trasferimento a Roma. Resta a Milano l’inchiesta in cui il governatore della Lombardia Roberto Maroni è indagato assieme al capo della sua segreteria Giacomo Ciriello, con l’accusa di aver esercitato pressioni per far ottenere a due sue ex collaboratrici contratti di consulenza rispettivamente con Expo e con Eupolis. Lo ha deciso il procuratore generale della Cassazione al quale alla fine di luglio il difensore di Maroni, l’avvocato Domenico Aiello, aveva chiesto la trasmissione degli atti dell’ indagine dalla Procura del capoluogo lombardo a quella della capitale, segnalando l’incompetenza territoriale dei magistrati milanesi ad indagare. Il procuratore generale ha invece ritenuto che l’inchiesta debba rimanere a Milano, luogo dove sarebbe stato commesso il reato ipotizzato. Maroni è accusato di induzione indebita in relazione a un contratto di collaborazione per due anni con Expo 2015 spa ottenuto da Maria Grazia Paturzo (non è indagata). Per questo capitolo dell’indagine è finito sotto inchiesta anche il dg di Expo Christian Malangone.