96 ore: questo è il tempo massimo nel quale un minorenne che viene tratto in arresto deve essere sottoposto ad una valutazione psicofisica che possa fornire ai magistrati gli elementi necessari per poter capire quale dovrà essere la sua sorte dal punto di vista penale. Per questo motivo Brescia, al cui tribunale fanno capo anche le province di Bergamo, Cremona e Mantova, si è dotato di una struttura in grado di ospitare i minori in attesa di questo tipo di valutazione. Un servizio fondamentale che vede fare rete oltre al Civile di Brescia e al Tribunale dei minori, l’Asl, il servizio sociale del Dipartimento di Giustizia Minorile della Lombardia, il Comune di Brescia e la Comunità Centro pronto intervento Azimut. Proprio questa, da oltre un anno, gestisce già dei minorenni con pendenze penali e civili che, invece di soggiornare in una struttura carceraria vera e propria, hanno la possibilità di vivere nel Cpi per alcuni mesi in attesa di un giudizio definitivo. 23 gli ospiti della struttura nel primo anno, 6 italiani e 17 stranieri, per un bilancio complessivamente positivo di questa attività improntata al recupero di situazioni difficili e problematiche. Fabrizio Vertua