Brescia Una cerimonia semplice, non un funerale di stato, ma secondo i riti militari. Solennità, estrema compostezza, ma anche grande commozione. Erano oltre 3mila le persone presenti nell’hangar dell’aereobase di Ghedi allestito in una sorta di grande cappella, 2500 quelle provenienti dall’esterno. Presente anche la stampa, ma fuori telecamere e macchine fotografiche, le immagini della cerimonia che vedete sono state fornite direttamente dall’areonautica militare. Ad accogliere i quattro feretri, giunti dalla vicina camera ardente a bordo di quattro camion militari il picchetto d’onore. 4 militari in mimetica a rendere onore ad ogni bara, mentre altri sei commilitoni con la divisa dei diavoli rossi del sesto stormo di Ghedi ad accompagnarli sotto all’hangar. Ai fianchi dell’altare due tornado, gli aerei da guerra che i capitani Alessandro Dotto, Giuseppe Palminteri, Mariangela Valentini e Paolo Piero Franzese, erano abituati a pilotare in missioni di pace e in esercitazioni, come quella che lo scorso 19 agosto è risultata per loro fatale. Ad officiare la messa Monsignor Santo Marcianò, Ordinario Militare in Italia, massima carica ecclesiastica dell’esercito. Fra i presenti, oltre alle massime cariche militari, il Ministro della Difesa Pinotti, il presidente della Regione Lombardia Maroni, il sindaco di Brescia Del Bono, insieme a quello di Ghedi Borzi e a tanti primi cittadini dei comuni limitrofi. Nella sua omelia monsignor Marcianò ha voluto sottolineare come la parola passione accomunasse i quattro piloti. Una passione che quindi non è fine a sé stessa, ma che si trasforma nella compassione e nell’immedesimazione nella sofferenza degli altri per condividerla. Toccante la preghiera di Sant Agostino letta dalla moglie di Piero Paolo Franzese, Alessandra De Felice. “La morte non è niente è come se fossi nascosto nella stanza accanto. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere. asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami il tuo sorriso è la mia pace”. Poi la benedizione.