Cavenago, mistero alla discarica Colucci

 

CAVENAGO D’ADDA (Lodi) – Questa volta i camion erano tre, non cinquanta come in altre nottate, ma il timore si subito diffuso tra i cittadini di Cavenago D’Adda. Di nuovo, i mezzi pesanti che portano rifiuti alla discarica di Ecoadda, del gruppo Waste Italia, rappresentano un mistero. Chi li guida infatti non scende mai prima di riversare il carico e dorme nell’abitacolo, coprendo il parabrezza e i finestrini dall’interno con un telo nero. I veicoli sono coibentati e portano poche scritte: hanno un aspetto anonimo che non dice nulla ai passanti sulla loro funzione, destinazione, contenuto. Trascorsa la notte a bordo del mezzo, i camionisti entrano nella sede di Ecoadda accanto alla montagna di rifiuti, svuotano il carico e se ne vanno. Ciascuno dei tre veicoli la notte scorsa portava 200 quintali di materiali. In altre occasioni i camion erano ben cinquanta con mille tonnellate complessive di carico. Ecoadda non ha mai fatto sapere quanti camion sono entrati, che cosa portavano e da dove provenivano. Secondo una stima la montagna d’immondizia pesa un milione e 800mila tonnellate comprensive di rifiuti di argilla e terra di coltivo, di un metro di altezza. Ventun anni la vita dell’impianto, sul quale la magistratura di Lodi ha aperto un’inchiesta. Tra i motivi delle lamentele degli abitanti c’è il fatto che nei documenti delle autorità e di Ecoadda non è rintracciabile il dato del massimo peso che il terreno può sopportare. La proprietà risale alla famiglia Colucci, che ha acquisito tempo fa la Schiapparelli di Napoli, che ora produce cosmetici e non più farmaci. Uno dei tre fratelli, Pietro – gli altri sono Nicola e Francesco – dopo decenni di attività nel settore, dialoga con il ministero dell’ambiente da anni, dal governo Prodi al governo Monti, da Edo Ronchi a Corrado Clini, e, dopo aver quotato in borsa la nuova società Kinexìa sta reinvestendo con la collaborazione di uno sceicco ad Acireale, in provincia di Catania, non lontano dalla Tav che il governo Renzi vuole realizzare. Sorgerà quindi un complesso alberghiero tra i più grandi d’Europa. 

Paolo Zignani