Cremona. A gara ma col paracadute. Il decreto Sblocca Italia ha previsto tutte le condizioni necessarie per garantire una competizione senza batticuore a chi è interessato a subentrare a Centropadane. Ma c’è anche un’altra possibilità: lo Sblocca Italia consente ai concessionari di unificare le autostrade collegate fra loro allo scopo di una gestione unitaria. Sarà possibile anche un piano economico finanziario che va presentato entro il 31 agosto 2015. Il piano aggiuntivo eventuale deve assicurare l’equilibrio economico finanziario, senza ulteriori oneri a carico del bilancio dello Stato.
La ragione sociale della società autostradale preoccupa da tempo le associazioni ambientaliste: la realizzazione della Cremona Mantova. Il comitato sorto anni fa contesta la possibilità di usufruire di credito d’imposta, come stabilito con una norma approvata tempo fa, per costruire la nuova autostrada regionale, che al tempo stesso godrebbe anche di un contributo di 400 milioni da parte della Regione. In tutto mezzo miliardo di denaro pubblico: un’aiuto di Stato a una società privata, anche secondo Salviamo il Paesaggio che sostiene il ricorso alla corte europea.
L’A21 garantisce però un traffico annuo di 20mila veicoli al giorno, ovvero 150mila euro ogni 24 ore: resta quindi la gallina dalle uova d’oro di sempre. Gli enti locali bresciani sono estremamente interessati a far salire il valore di Centropadane e del suo piano di opere tutelato dallo Sblocca Italia. Con ricavi così rilevanti e costanti, gli enti locali e la stessa Aem Cremona, alle prese coi debiti, potrà eventuamente vendere e incassare una plusvalenza. La vendita di una quota azionaria potrà aiutare la città di Brescia a coprire le spese della raccolta differenziata porta a porta o anche del mutuo per la costruzione della metropolitana. La Leonessa d’Italia pensa in proposito di cedere anche quote di A2A. A questo servono da anni le partecipate, a sostenere le politiche degli enti locali. Piacenza intanto già gioisce per la nuova diramazione per Fiorenzuola D’Arda: ce n’è per tutti.
Chi subentrerà a Centropadane, secondo la formula societaria e la composizione dell’azionariato del vincitore, ha la garanzia di non pagare di tasca propria ogni debito. Il piano economico finanziario approvato dal Cipe (Comitato interministeriale per lo sviluppo economico) è ribadito dal nuovo decreto del governo Renzi. Il costo del subentro, 240 milioni di euro per coprire i costi ancora a carico della gestione, sarà tutelato dalle agevolazioni governative. I 50 miloni di euro da versare nel giro di un mese alle banche per pagare un mutuo non mancheranno. Entro la fine di ottobre, poi, occorrerà rinnovare il contratto integrativo aziendale per gli oltre 200 dipendenti.
La gestione non spaventa quindi il nuovo direttore Alessandro Triboldi, ex direttore del Comune di Brescia, che in Centropadane ha un contratto di tre anni. Il suo predecessore Francesco Acerbi è ancora direttore di Stradivaria, la controllata incaricata di costruire la Cremona Mantova. Non per nulla non solo Gavio tramite due partecipate si è preparato per la prima gara nel 2012, poi rinviata, ma anche altri investitori nazionali guardano con interesse alla storica A21. Incombe però l’incognita del ricorso delle associazioni ambientaliste alla Corte europea.