“Aprireremo i cantieri stradali diluendoli nel tempo per non creare fastidi alla popolazione”. E’ una vecchia frase che usavano i sindaci una volta: adesso non si usa più, anche perché dominano ancora i programmi della giunta Perri che vincolano la nuova amministrazione ai compiti del passato. Dilaga così il linguaggio autoritario della segnaletica stradale: Gira a destra! Non parcheggiare se no arriva il barracuda della rimozione forzata! Alt, cantiere! Persino il cartello con l’uomo al lavoro, che dovrebbe avere un significato del tutto positivo, diventa temibile. Il lavoro è associato al pericolo e al divieto. L’incidente di via Dante, un dramma di questi giorni, completa un quadro inquietante. Apparecchi cingolati, addirittura, circolano a Cremona più agevolmente delle automobili. Birilli rossi e gialli si alternano a imponenti cartelli lampeggianti che ingiungono che voltare a destra, in una circolazione dall’aspetto militaresco. Via Dante fa pensare all’Inferno, la commedia continua anche davanti all’Aem, nel parcheggio, come pure nell’altro parcheggio accanto alla stazione, per non parlare di via Brescia, dove il passaggio a livello detta i ritmi di vita di migliaia di persone. Cantiere con mezzi meccanici dall’aspetto aggressivo, ciclisti in coda, impressionante fila di automobili, semaforo rosso e treno merci in ritardo. Da parte propria il sindaco Gianluca Galimberti ha convocato tre giorni fa le aziende municipali partecipate per mettere a punto un piano chiaro e comunicabile sui cantieri. Lo ha sottolineato, il sindaco, che bisogna sapere per tempo quali sono gli interventi, fra nuovi tubi del metano, del teleriscaldamento, dell’acqua, dell’energia e bus che passano oltre a semafori che non perdonano col loro grande occhio rosso. Intanto però il cantiere irrompe sul tuo percorso, ti devia, ti ferma e non capisci perché proprio in quel momento. Paolo Zignani