Secondo la corte d’Assise d’Appello di Brescia, il vero movente del duplice omicidio commesso dall’ex primario di oculistica di Crema, Maurizio Iori, condannato all’ergastolo per aver ucciso l’ex amante Claudia Ornesi e la piccola Livia (I loro corpi senza vita – a causa dell’azione dello Xanax e del gas butano propano – furono ritrovati nel loro appartamento cremasco di via Dogali la mattina del 21 luglio del 2011), è “il timore di doversi porre il problema di accreditare Livia all’interno della ‘famiglia allargata’ (con tutti I possibili contraccolpi psicologici che ciò avrebbe potuto provocare nei confronti degli altri figli e delle altre donne)”. Dunque, “Claudia e Livia – si legge ancora nelle 200 pagine delle motivazioni – una volta eliminate, non sarebbero più state ‘un problema’ e Livia non sarebbe più entrata nella ‘famiglia allargata’ cosicché la vita quotidiana, pur dopo qualche prevedibile iniziale turbamento per la notizia del ‘suicidio’ da parte della madre Paola Caroselli, sarebbe tranquillamente proseguita sostanzialmente come prima”. Iori, dunque, le avrebbe uccise perché erano di troppo, perché non voleva Livia all’interno della famiglia allargata.
La corte d’Assise d’Appello di Brescia è composta dal presidente Enrico Fischetti, dal giudice relatore Massimo Vacchiano e da sei giudici popolari (due donne e quattro uomini).
Claudia Barigozzi