Piacenza – Un appalto si può costruire su misura del vincitore designato, come un abito nuovo tagliato da un sarto provetto. Avviene legalmente, si può fare e si fa, eccome. Anzi, la tentazione di predisporre gare d’appalto per un vincitore amico, destinato a collaborare con l’amministrazione senza troppe storie, è forte in Italia e Piacenza non fa eccezione. Mirta Quagliaroli, capogruppo dei 5 stelle in consiglio comunaloe, ha fatto notare che ovunque è così, vincono sempre i soliti, e che guarda caso il bando giovani e idee d’imprese ha visto tra i vincitori una ditta che dà lavoro a una funzionaria del Comune di Piacenza. Altro caso è quello dell’assunzione di un responsabile di processo a Tutor, una persona che secondo i 5 stelle doveva essere stabilizzata. La legalità si può addomesticare per far vincere chi si vuole: la critica è aspra e attacca le concentrazioni di potere, i privilegi e l’ostilità che inevitabilmente così si crea contro la meritocrazia. Vicende tristemente diffuse in tante città, dove i vincitori dei concorsi spesso si conoscono prima dell’esito ufficiali. I concorsi e gli appalti asssumono però la forma di una gara per tutelare i cittadini e far vincere il migliore, non l’amico. Al posto dei cittadini, l’amministrazione comunale piacentina, guidata dal sindaco Pd Paolo Tosi, avrebbe invece badato a far vincere l’amico. Occorrerebbero regole e criteri di selezione diversi: non è corretto per i 5 stelle che la figlia della coordinatrice del Gap, Giovani artisti piacentini, partecipi a un concorso. Il presidente della commissione Stefano Petrucci, in difesa del Comune, ha sostenuto che chi ha dubbi sulla regolarità delle gare municipali può rivolgersi alla Procura.