“Sistema Sesto”: la Corte dei Conti calcola danno

Milano. Le vicende penali pendenti davanti al Tribunale di Monza riguardanti il cosiddetto ‘Sistema Sesto’, un sistema, ormai noto, di malaffare, sono state lo spunto da cui ha avuto origine anche un’altra inchiesta coordinata dal Procuratore regionale Antonio Caruso e dal Sostituto Procuratore generale Fabrizio Cerioni, con la collaborazione della Guardia di Finanza di Milano. La storia di questo giro di tangenti riguarda aree industriali ormai inutilizzate, a Sesto San Giovanni, l’ex Stalingrado d’Italia, vicine al confine nord di Milano, poi trasformate in aree commerciali e residenziali. Nel primo filone dell’inchiesta Filippo Penati, sindaco di Sesto prima, presidente della provincia poi, viene indagato e poi rinviato a giudizio per concussione, accusa per cui poi è arrivata la prescrizione. Ora invece la Procura lombarda della Corte dei conti è giunta a citare a giudizio l’ex assessore all’edilizia privata del Comune di Sesto San Giovanni Pasqualino Di Leva e l’ex responsabile dello Sportello Unico per l’Edilizia dello stesso Comune, Nicoletta Sostaro. Il danno erariale alle casse comunali sestesi (danno da disservizio ed all’immagine) ammonta infatti a quasi 900 mila euro, di cui circa 456 mila a carico dell’ex assessore Di Leva e 436 a carico della Sostaro. Di Leva e Sostaro, che hanno già patteggiato in sede penale, hanno gestito per più di un decennio un settore cardine del Comune, quale quello dell’Edilizia privata, creando un “sistema” attraverso il quale chi voleva ottenere l’approvazione di progetti edilizi (anche molto complessi ed economicamente rilevanti, come quelli riguardanti la riconversioni delle ex aree industriali) non aveva altra scelta che versare “tangenti”, talvolta direttamente, più spesso attraverso un complesso sistema di false fatture.