Protesta dei detenuti e, a pochi giorni di distanza, presidio degli agenti di polizia penitenziaria fuori dalle mura del carcere di Cremona: le condizioni della struttura non sono più sopportabili. Sotto accusa, per gli agenti, la gestione, l’organizzazione e la mancanza delle figure indispensabili per il buon funzionamento della struttura, come gli educatori. E proprio l’assenza degli educatori è stata al centro della rivolta scoppiata in via Ca del Ferro da parte dei detenuti. Ora la buona notizia da parte del provveditorato regionale per la Lombardia: l’invio di un quarto educatore da Mantova, che avrà il compito di riorgnizzare il servizio all’interno della casa circondariale. Si tratta di un piccolo passo in avanti, che non deve però far illudere su una facile soluzione: in previsione infatti c’è un aumento della popolazione carceraria, che renderà necessaria, pur non essendo prevista, l’attribuzione di un maggior numero di agenti e educatori. Ma il problema ha radici nelle scelte operate a livello nazionale. Il sindacato confederale chiede poi nuovamente l’istituzione di tavoli di confronto per maggiore trasparenza e per una collaborazione e auspica che la direzione, l’attuale o la successiva – se ci sarà un cambio al vertice come auspicato dai manifestanti del Sinappe –riesca ad attuare una ristrutturazione orientata alla qualità del serivzio ai detenuti e del lavoro dentro le mura. Susanna Grillo