A Brescia il piccolo commercio soffoca

BRESCIA – Se non si può certo parlare di rischio estinzione, la strada verso il declino del settore commercio, turismo e servizi è però stata imboccata in maniera decisa e preoccupante. I dati parlano chiaro: basta la crescita dell’850% del saldo negativo fra chiusure e aperture di attività nel solo Comune di Brescia, che si registra fra il 2013 e il 2014, per rendersi conto come la situazione stia precipitando. E anche il dato provinciale non è certo rassicurante, a fronte di 490 nuove aperture si registrano 817 chiusure, con il saldo negativo di 327 attività. Crisi anche nel settore turismo, con la chiusura di 4 strutture ricettive, fra hotel e Bed & Breakfast, che comunque tengono. Più dura per quanto riguarda ristoranti e bar con -53 e -47. L’unico a tenere è l’e-commerce che registra una crescita 7,3% in provincia e del 17,6 % nel solo comune capoluogo. Per quanto riguarda il commercio è crisi nera per il non alimentare con un saldo di -207 attività. Il problema di fondo è che non circola denaro e quindi calano i consumi in maniera strutturale, mettendo in ginocchio i piccoli negozi di vicinato. Se a questo si aggiunge la prossima nascita di due nuovi centri commerciali a Nord e Sud della città, sommati alla presenza di uno a due passi dal centro e ad uno nascente nel vicino comune di Roncadelle, la situazione rischia di precipitare in maniera irreversibile. Meno negozi significa inoltre minore occupazione.

Fabrizio Vertua