Brescia Tagliare drasticamente le tasse degli italiani per mettere maggiori risorse economiche nelle tasche della gente. E’ questo il monito che l’Ascom di Brescia lancia al Governo Renzi. La situazione a Brescia, spiega l’associazione, è ormai insostenibile. Quasi ogni settimana si abbassa almeno una saracinesca nel centro della città. I negozianti sono sfiniti, stremati dalla crisi e la gente passeggia senza entrare nei negozi. “Buone le iniziative per rivitalizzare il centro storico” spiega il presidente dell’Ascom Carlo Massoletti, “ma sono eventi che non hanno conseguenze dopo. Servono misure drastiche da Roma”. L’esempio è la notte della cultura di sabato 4 ottobre che ha riversato sulle strade della città migliaia di visitatori accorsi per ammirare i tesori bresciani, ma non può bastare qualche evento, seppur ben organizzato per risollevare le sorti del commercio. E così l’opulenta Brescia si sta trasformando in una città low cost dove a farla da padrona sono le grandi catene di negozi in franchising. I vecchi esercizi commerciali, quelli storici del centro, si devono solo adeguare abbassando i prezzi e determinando così la tanto temuta deflazione, sintomo di una profonda crisi economica. In Italia, spiega Massoletti, chiudono 1000 aziende al giorno e i settori più sofferenti sono il commercio e l’artigianato. I bresciani stanno risparmiando su abbigliamento e calzature e da inzio anno anche sull’agro alimentare, segno che il potere d’aquisto dei cittadini sta progressivamente diminuendo.
Non migliore la situazione dei centri commerciali della zona. “Prevedibile” sostiene Massoletti “dal momento che Brescia e hinterland sono le zone con la più alta concentrazione di centri di grandi dimensioni in tutta Europa”. Ai cittadini conclude il presidente dell’Ascom mancano due cose: fiducia e denaro. Una crisi profonda che proseguirà anche nei prossimi mesi spiega l’Ascom. Spiragli per ora non se ne vedono.
Barbara Appiani