Crollo del ponte sul Po: chieste cinque condanne

Lodi/Piacenza. Il 30 aprile del 2009 è una data che rimane impressa nella memoria di tanti piacentini e lodigiani. In quel giorno infatti il ponte sul Po di San Rocco al Porto, fondamentale collegamento fra la provincia di Lodi e Piacenza crollò. In concomitanza con una piena del fiume conseguente a un’alluvione in Piemonte, un’arcata del viadotto cedette facendo piegare verso l’acqua l’asfalto e rischiando di far scivolare nel fiume quattro auto, rimaste miracolosamente in bilico. Tre i feriti, di cui uno grave, che si registrarono quel giorno. Tre automobilisti che percorrevano, come al solito il ponte, costruito con l’unità d’Italia, bombardato nel luglio del 1944 e ricostruito. La struttura era stata appena sottoposta a lavori di ristrutturazione. Oggi, dopo 5 anni dal cedimento, la  procura della Repubblica di Lodi ha chiesto la condanna a due anni e mezzo di reclusione per cinque i dirigenti e tecnici dell’Anas. Il pm Mario Bonizzoni ritiene che l’impalcato metallico sia ceduto per il progredire della corrosione e che tutti gli imputati abbiano omesso di far eseguire manutenzioni mirate, nonostante diverse consulenze avessero evidenziato il progredire della ruggine. Le accuse sono di disastro colposo, crollo di costruzioni e lesioni. Il Comune di Piacenza ha chiesto oltre un milione di euro di danni, quello di San Rocco oltre 60mila. Il cedimento del viadotto paralizzò infatti per molti mesi il traffico tra il capoluogo emiliano e la sponda lodigiana con pesanti ripercussioni economiche.

 

Isabella Caccialanza