Cremona. Il sogno di avere un figlio si è trasformato in un’odissea legale per una coppia cremasca. La Cassazione ha stabilito che il bimbo avuto dalla coppia ricorrendo ad una madre surrogata dell’Ucraina e il cui Dna è risultato non corrispondere a quello paterno, è adottabile. Sono infatti ritenuti illegali gli accordi presi tra genitori e madri surrogate. Susanna
In Italia la via dell’adozione è veramente ardua se non impraticabile e per quanto riguarda il ricorso all’utero in affitto non pochi sono i problemi legali cui si incorre. Come quelli che coinvolgono una coppia di Ricengo, nel cremasco, che spinta dal desiderio di un figlio, dopo tre domande di adozione tutte respinte, ha deciso di rivolgersi ad una madre surrogata, trovando la disponibilità di una donna dell’Ucraina. Seme inviato per posta e poi la nascita del bimbo, tre anni fa, registrato all’anagrafe di Kiev , come figlio della coppia. In Italia la parentela viene messa in dubbioe per la coppia viene ipotizzato il reato di alterazione di stato del minore: inoltre dale analisi il dna del bambino non corrisponderebbe a quello del padre. Il tribunale dei minori di Brescia decide per l’adottabilità, confermata in Appello. Ora la sentenza della Cassazione: risultando come figlio di nessuno, il bambino è effettivamente adottabile. Il giudizio stabilisce inoltre la nullità degli accordi presi tra genitori e madri surrogate, riconoscendo la maternità solo a colei che partorisce. Ma l’incubo non è ancora finito.
Susanna Grillo