Il sopralluogo di Aem e di Lgh alla discarica di Malagnino, assieme ai sindaci del territorio e Franco Albertoni, si è trasformato in un dialogo vivace e combattuto, fra dichiarazioni esplicite, domande e proteste. Il sindaco di Vescovato Mariagrazia Bonfante ha osservato che la discarica di Malagnino è una vera miniera di risorse, non però per ottenerne un’altra sul proprio territorio, dato che Aem Lgh non ha affatto rinunciato al progetto di creare una nuova discarica a Vescovato, ampliando quella di Malagnino nel campo di fronte. Sulla vicenda è atteso il pronunciamento del consiglio di Stato: sono due i ricorsi contro l’ampliamento della discarica, l’uno da parte degli agricoltori confinanti, i fratelli Arisi, e l’altro da parte del Comune di Vescovato. L’attuale ammasso di rifiuti contiene il 70 per cento di plastica ed è una vera miniera per il sindaco Bonfante poiché un impianto di riciclo dei rifiuti costerebbe solo 5 o 6 milioni, molto meno dei trenta spesi da Aem-LGH, e creerebbe subito lavoro. L’ex municipalizzata infatti spenderà 10 milioni per la manutenzione trentennale della discarica, eventuali altri 10 milioni per il nuovo impianto di Vescovato oltre a quelli spesi per Malagnino, che sarà chiusa nel giugno 2015 e poi messa in manutenzione.
Una discarica però ha una redditività del 70 per cento, compreso l’uso del biogas prodotto spontaneamente dall’immondizia e trasformabile in elettricità da rivendere in cambio di contributi pubblici. Il Pd e il Comune di Cremona non si sono ancora pronunciati chiaramente. E’ in corso di valutazione d’altra parte la possibilità di quotare in Borsa Aem LGH, soprattutto se si farà l’alleanza con A2A. Critiche severe intanto piovono su Aem Lgh dagli ambientalisti di Salviamo il Paesaggio. Lo strato di scorie d’acciaieria non è considerato eco-compatibile. La montagnola di rifiuti è coperta da un telo, sotto cui si trova una strato di scorie e un altro telo. Che succederà se i teli si rompono, ad esempio in caso di forti pioggie prolungate? La montagnola può arrivare a un’altezza di 37 metri, tuttavia la falda acquifera si trova a una profondità di un metro e 30 centimetri. L’impianto dovrebbe rispettare una distanza di cinque metri, come stabilito dalla Regione. Il pericolo è quindi che Vescovato si ritrovi una discarica imbragata da teli e galleggiante sull’acqua, con rischi ambientali considerevoli, vista la discesa di liquidi fortemente inquinanti che colano da ogni discarica verso le falde sottostanti.