Cremona, risanamento acustico: Arvedi ricorre al Tar

L’acciaieria Arvedi ha deciso di ricorrere al Tar di Brescia contro il Piano di risanamento acustico decretato dall’amministrazione provinciale il 27 giugno con una diffida del settore Ambiente. Innanzitutto i legali dell’industria siderurgica impugnano la relazione dell’Arpa dedicata all’accertamento delle emissioni rumorose e chiedono l’annullamento della conferenza dei servizi del 26 giugno di quest’anno, nella quale la Provincia si era confrontata con i rappresentanti dell’acciaieria e dei Comuni di Cremona, Spinadesco e Sesto ed Uniti. L’Arvedi richiede di cancellare lo stesso decreto del settore Ambiente. Le proteste contro i rumori emessi dal complesso industriale sono state formalizzate nel 2012 dai residenti della zona di Cavatigozzi e Spinadesco, che hanno raccolto oltre 90 firme per chiedere una migliore vivibilità. Anche le riunioni dell’Osservatorio Arvedi hanno dato la possibilità ai residenti di esprimere le proprie lamentele contro i rumori ecessivi: alcuni quartieri e alcune abitazioni, in particolare, non i due paesi interi in modo uniforme, sono esposti all’inquinamento acustico. L’acciaieria si oppone al piano di risanamento poiché la Provincia non ha la competenza di redigere il piano comunale di zonizzazione acustica, che stabilisce quanti decibel massimi possono essere emessi nelle singole aree di un centro abitato. L’amministrazione provinciale si contrappone al ricorso precisando che alla conferenza dei servizi hanno partecipato i Comuni interessati, i quali hanno l’obbligo di intervenire emettendo i piani adeguati al decreto di risanamento acustico. La Provincia ha infatti il compito di coordinare i Comuni. Il Piano di risanamento, stabilito a tutela dei cittadini, ha concluso un iter amministrativo che ha consentito ai Comuni di procedere, obbligatoriamente, a modificare i propri atti di competenza. L’industria siderurgica, in ogni caso, non può superare i decibel previsti della legge. Il settore Ambiente aveva prescritto alcuni interventi cui l’industria non doveva sottrarsi entro un limite di tempo determinato. Entro il 31 dicembre di quest’anno l’installazione di un silenziatore cilindrico per ogni camino, inoltre i rottami invece di cadere anche da 15 metri su altri rottami, dovrebbero precipitare all’interno di box che attutiscano il rumore, e infine il 31 dicembre del 2015 il rivestimento delle pareti nord e ovest dell’edificio conveyor con pannelli fonoassorbenti e fonoisolanti. Ora decideranno i giudici amministrativi.

Paolo Zignani