Crollo verticale di affluenza alle urne. È questo il dato che maggiormente colpisce in questa prima parte della giornata in questa consulutazione elettorale che coinvolge l’Emilia Romagna per l’elezione dei vertici regionali. Un dato che non può essere comparabile alle analoghe elezioni di 5 anni fa, perché a differenza di allora, questa volta i seggi chiuderanno alle 23 di questa sera e non si prevede una seconda giornata elettorale. Alle 12 sui 3,4 milioni di aventi diritto al voto solo il 10,75% ha espresso la propria preferenza, mentre solo qualche mese fa alle europee, alla stessa ora, aveva già votato oltre il 22,8%. Bologna la città con la maggiore affluenza con il 12,11%, Rimini con la minore 7,5%. Piacenza si attesta nella media regionale con il 10,64% in provincia e il 10,65% in città. Fra i paesi piacentini, il più alto dato di votanti si è ottenuto a Caminata con il 21%, il più basso a Farini con il 5,75%.
Questi i primi e parziali dati che, se non possono essere validi per un’analisi ponderata della consultazione, possono comunque confermare un dato di generale sfiducia verso la politca. I seggi chiuderanno alle 23 e comincerà immediatamente lo scrutinio; entro il primo pomeriggio di domani sarà già quindi ben delinato il quadro di chi avrà vinto e chi avrà perso questa competizione elettorale. Sono 507 i candidati consiglieri di 11 liste, in corsa per i 50 seggi. Sei sono i candidati presidenti, 4 uomini e 2 donne. Stefano Bonaccini è sostenuto da Partito Democratico e Sel. Alan Fabbri è appoggiato da Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Per il movimento Cinque Stelle è in corsa la modenese Giulia Gibertoni. Ci sono poi Maurizio Mazzanti dei Liberi cittadini per l’Emilia Romagna, Cristina Quintavalla dell’Altra Emilia Romagna; Alessandro Rondoni, esponente del Nuovo Centro Destra.