La Corte d’Appello di Parigi ha dato ragione alle Associazioni di difesa degli animali considerando che l’iscrizione della corrida al Parimonio Culturale Immateriale della Francia è abrogata. Lo scorso 4 Giugno 2015 la Corte Amministrativa d’Appello di Parigi (CAA), interpellata dalle Associazioni CRAC Europa e Droits des Animaux, ha deciso che la “decisione d’iscrizione della corrida all’inventario del Patrimonio Culturale Immateriale della Francia deve essere considerata come già abrogata dal ministero della Cultura“. Dunque, le Associazioni attaccavano una decisione d’inscrizione che non esiste più, da qui il non luogo a procedere della decisione della CAA. Gli «aficionados» dunque, non potranno più avvalersi dell’inscrizione della corrida al Patrimonio Culturale Immateriale della Francia per promuovere questa attività che occasiona delle gravi sofferenze agli animali. L’inscrizione è stata per altro operata in condizioni occulte e denunciata da Frédéric Mitterand, allora Ministro della Cultura. Dopo aver negato l’abrogazione dell’inscrizione, l’ONCT (Ossevatorio Nazionale delle Culture Taurine) ha fatto ricorso in Cassazione presso il Consiglio di Stato. Il ricorso non essendo sospensivo, in attesa della decisione di questa istanza suprema del Diritto, la corrida resta esclusa dal patrimonio francese. La giustificazione morale delle sedute di tortura sparisce. “Un grande applauso agli amici animalisti francesi che hanno portato alla luce una verità sancita anche da un’importante istituzione giuridica come la Corte d’Appello parigina” – commenta il Presidente degli Animalisti Italiani Onlus Walter Caporale – “La Corrida non è cultura, ma tortura. Purtroppo legalizzata in alcuni Paesi come Francia, Spagna e Portogallo. Noi da anni ci battiamo contro questo martirio che alcuni hanno il barbaro coraggio di chiamarlo spettacolo.