Cremona, amianto: la Regione scorda Cava

Cremona. Il tetto sfondato della cascina Bosco è d’amianto, come ha constatato un agente della polizia municipale di Cremona. La segnalazione è partita da un cittadino della frazione Cavatigozzi, che sporgendosi dal bus proveniente da Cremona, in via Milano, ha visto, si è reso conto del pericolo e ha informato il comitato di quartiere. La segnalazione, corredata di fotografie, è poi stata rivolta al Comune e alla Provincia, oltre che all’Osservatorio nazionale amianto, ma durante il sopralluogo del Comune il vigile si è accorto che la proprietà è della Regione Lombardia, poi informata da un cittadino. La cascina Bosco è gestita da anni dall’ente Provincia, oltre che abitata da una signora, ma la proprietà è del Pirellone che non ha mai provveduto alla bonifica. L’amianto anche stavolta rimane dove si trova, acquattato nella zona di bosco fra via Acquaviva e via Milano, vicino al porto del canale navigabile. La cascina è un segno della Cavatigozzi agricola che fu un tempo e si ritrova ormai circondata da industrie anche a rischio di incidente rilevante, come la Liquigas, sul lato opposto di via Milano, dove si trova anche una fermata del bus con pensilina. Non lontano sorge il quartiere Dossetto, molto popolato: la zona industriale è particolarmente frequentata anche per lavoro. A Cavatigozzi però l’amianto resta anche in via Casanova, nello stabilimento ex Auricchio, anch’esso inserito nel censimento dell’Asl e segnalato già anni fa dai cittadini. La pericolosa sostanza si trova su un tetto, fra le case, del paese di tremila abitanti, eppure nulla cambia e nessuno bonifica. E’ la frazione in cui la pista ciclabile di via Milano è attesa da quarant’anni inutilmente: i lavori affidati a un privato non sono ancora avviati, mentre un’altra ciclabile, in via Riglio, non è mai stata manutenuta e appare cancellata. Il caso della cascina Bosco è arrivato ormai alla consigliera regionale Iolanda Nanni, dei 5 stelle, che ha constatato il notevole degrado dell’immobile e ha verificato che la bonifica non è stata inserita nemmeno fra gli interventi prioritari del piano regionale amianto. E’ il piano che doveva essere completato entro il gennaio 2016: e dire che l’amianto doveva sparire dalla Lombardia, almeno dai luoghi più pericolosi per i cittadini.

Paolo Zignani