Cremona Sorgerà ancora un nuovo supermercato a Cremona, stavolta nell’ex Snum di porta Mòsa, proprio vicino alle antiche mura, su un’area un tempo comunale, che sembrava destinata a divenir parcheggio, per dare respiro al traffico in centro, e invece è stata venduta, durante l’ondata di privatizzazioni di beni pubblici che ha colpito anche le amministrazioni comunali. La giunta Galimberti ha iniziato a considerare anche questa possibilità. La profezia dell’architetto De Crecchio così si sta avverando: il Piano di governo del territorio non ha posto limiti alla realizzazione di medie strutture di vendita e l’effetto delle direttive europee si vedrà in via Massarotti, a poche centinaia di metri dalla Coop di via del Sale e dal Penny. Un altro supermercato è in costruzione in via Bergamo, nell’ex Colombera, altra proposta ancora era arrivata in Comune nei paraggi di San Sigismondo, vicino alle nuove abitazioni che sorgeranno in via Flaminia. Si moltiplicano i nuovi supermercati, anni dopo la realizzazione del centro commerciale Cremona Po, e dopo l’insediamento del Rossetto lungo la tangenziale, contemporaneamente alle sofferenze dei negozi di vicinato. A Porta Mosa non si insedierà solo un’iniziativa commerciale ma anche residenziale, compreso un parcheggio. Non mancano le preoccupazioni del comitato di quartiere di via Giordano e via Cadore, che in questo periodo cerca un confronto col Comune per trovare soluzioni che spostino il traffico e sente parlare di un nuovo supermercato che potrà aumentare ulteriormente il
flusso di 22mila veicoli al giorno. Se da sinistra De Crecchio non risparmia una nota critica alle recenti amministrazioni, uno dei suoi successore, l’ex assessore Federico Fasani del Nuovo centrodestra, tiene viva l’idea della strada Sud, che con un chilometro d’asfalto avrebbe decongestionato finalmente via Giordano. Ipotesi che fa inorridire l’ambientalista grillina Lucia Lanfredi, considerato il pressing degli enti locali per far costruire la Cremona Mantova: infrastrutture costose che non aiutano per nulla rilanciare l’economia e intaccano l’ambiente, quando sarebbe il caso di recuperare le aree dismesse creando ad esempio punti di ritrovo interessanti per i giovani, facendo in modo poi di dare slancio alle piccole imprese, più che ai grandi gruppi commerciali, con la possibilità che fra qualche anno qualcuno dovrà chiudere per eccesso di concorrenza.
Paolo Zignani