Provincia di Cremona, patrimonio in vendita

Cremona. Il piano delle alienazioni dovrebbe essere semplicemente un atto amministrativo fra gli altri, solo per dire quali proprietà pubbliche sono cedibili e a quale prezzo. L’elenco di tutto ciò che un ente in via d’estinzione, come l’amministrazione provinciale, è disposta a vendere si colora però di un pathos tutto particolare. In corso Vittorio Emanuele II c’è un ente pubblico, infatti, pronto a vendere pioppeti, campi agricoli e boschi misti per un valore di due milioni e 700mila euro, ma anche un’ex chiesa, come San Vitale a Cremona, ormai sede di eventi, attività culturali e assemblee, oltre a una serie interminabile di piccoli reliquati e fabbricati in vendita da anni. Le dismissioni proseguono senza interruzione da tempo, ma non sonno ancora finite. La spesa pubblica, nel corso degli anni, è stata rilevante, Il presidente Carlo Vezzini ha già sottolineato che le leggi dovrebbero evitare procedure imbarazzanti, anche umilianti alla pubblica amministrazione, costretta a mettere all’asta tre volte i propri beni, come l’ex sanatorio di Toscolano Maderno, senza che nessuno si presenti, in modo che il prezzo scenda. E a Toscolano l’ente Provincia ha già rimesso oltre due milioni di valore a basa d’asta. C’è anche un altro ex sanatorio in vendita, quello di Borno, ancora in provincia di Brescia, che nessuno ha mai acquistato per i due milioni di valore. Si tratta di donazioni provenienti da privati e destinate a tornare a privati, e a non rimanere più, molto probabilmente, strutture sanitarie per essere trasformate in abitazioni o alberghi. Da oltre vent’anni l’amministrazione vuole vendere tutte le case cantoniere, ma solo alcune hanno trovato un compratore: a Soncìno, Calvatone, San Giovanni in Croce, Torre de Picenardi e Cicognolo rimane idealmente il cartello vendesi per circa 100mila euro. Se tutti gli edifici fossero venduti quest’anno, l’incasso sarebbe di 15 milioni. Corso Vittorio Emanuele II da anni cerca di alleggerire il costo ormai insostenibile del patrimonio pubblico, cedendo se non la proprietà almeno la gestione, tramite il fondo Eridano. Di alcuni immobili, inoltre, la Provincia ha pagato per anni l’affitto, proprio mentre tentava di vendere altri edifici. In un primo tempo l’amministrazione ha tentato di risolvere le contraddizioni, come ha rivendicato l’assessore Fontanella, durante la presidenza Salini. Ultimamente, la riforma Delrio e il taglio dei finanziamenti statali ha troncato la questione. Meglio vendere tutto e presto, ammesso che la lunga crisi del mercato immobiliare lo consenta.

Paolo Zignani