Le auto di lusso dei criminali e dei mafiosi, in regola, potranno passare indenni dai varchi elettronici con telecamere che il centrosinistra vuole installare nei sessanta Comuni del Cremasco, grazie alla decisione determinante del consiglio comunale di Crema. Invece gli spacciatori circoleranno, come succede, in treno partendo da Milano ed eviteranno il sistema di controlli che la partecipata Scrp sta per mettere in atto, mentre la criminalità organizzata, come spiegano diversi casi conclusi con condanne in Lombardia e nel Milanese, si infiltra nel sistema degli appalti pubblici. Questa è la critica della capogruppo di Rifondazione Lucia Piloni, che assieme all’astensione della Lega si è opposta alla larga maggioranza che ha approvato il progetto dei varchi elettronici in nome della sicurezza e della lotta alla micro-criminalità. Il costo è di circa un milione, più un canone annuo che, tutto compreso, arriva a 37mila euro per dieci anni e che sarà aggiornato secondo l’indice dell’inflazione Istat. Ciascuno dei 60 Comuni del Cremasco verserà alla partecipata Scrp più di un euro per abitante per pagare il canone dei varchi elettronici. Spesa eccessiva per i piccoli Comuni e inoltre ingiustificata, perché la sicurezza, di cui tanto parlano centrodestra e centrosinistra, non si ottiene verificando solo la regolarità dei veicoli, ma controllando di più le procedure d’appalto e attivando la partecipazione dei cittadini. Con i varchi elettronici il risultato sarà il guadagno del privato. Ancora una volta finisce sotto il fuoco incrociato delle critiche la partecipata cremasca, di cui diversi sindaci mettono in discussione la reale necessità. Per alcuni funzionerebbe meglio un comprensorio in cui i piccoli Comuni contino di più. Il progetto del Pd di Crema di rappresentare l’intero territorio cremasco mediante il consiglio d’amministrazione della società Scrp, partecipata da circa sessanta Comuni, incontra comunque l’ennesimo ostacolo: la lotta comunista di Rifondazione e le proteste di diversi sindaci dei centri abitati minori, come Antonio Grassi di Casale. All’interno della partecipata il Comune di Crema, una volta ottenuto il consenso di due o tre centri di media dimensione, domina l’assemblea grazie al numero delle azioni. Un sistema già messo in discussione per il bando di gara del servizio rifiuti, il riacquisto di azioni di Padania Acque e vari altri casi.
Paolo Zignani