Pino Pascali è stato, nonostante la morte a soli 33 anni, uno dei grandi protagonisti dell’Arte povera, forse il più innovativo per certi versi. La Fondazione Carriero di Milano gli dedica ora la mostra “Pascali sciamano”, che parte dall’influenza, indiretta ma forte, dell’arte tribale sul suo lavoro, ma che si risolve poi soprattutto in una possibilità di riguardare alla lezione multiforme dell’artista barese.
Occasione importante, perché nella mostra curata da Francesco Stocchi e allestita su tre piani, è possibile rivedere i diversi lavori degli ultimi tre anni di vita di Pascali, partendo dalle “false sculture”, in realtà delle strutture rivestite di tela, per arrivare ai lavori più noti anche al grande pubblico, come i “Bachi da setola” che si possono ammirare all’ultimo piano dell’esposizione.
La natura della pratica artistica di Pascali, sciamano nel senso del suo rapporto intenso e spesso primordiale con la natura e le sue forze, si può anche poi rivivere attraverso un video nel quale l’artista mette in scena se stesso e il suo lavoro, ricordandoci che, in fondo, anche l’arte segue il principio dell’iceberg caro allo scrittore Hemingway: quello che poi vediamo davvero è solo una piccola parte del vero lavoro che ci sta dietro.