A sign is seen outside a LIDL supermarket in Cricklewood, London January 21, 2009. REUTERS/Stephen Hird

Blitz Dda, 15 arresti: commissariate Lidl e società sicurezza

Polizia di Stato e Guardia di Finanza hanno eseguito 15 misure cautelari e due fermi tra la Lombardia e la Sicilia nell’ambito di una indagine contro le attività criminali della famiglia mafiosa catanese dei Laudani coordinata dalla Dda di Milano. In particolare, secondo quanto si è appreso, sono state poste in amministrazione giudiziaria quattro direzioni generali della società di grande distribuzione Lidl, cui afferiscono circa 200 punti vendita. Destinatarie delle misure sarebbero anche alcune società del consorzio che ha in appalto tra le proprie attività commerciali, anche la vigilanza privata del Tribunale di Milano. Si tratta di società che forniscono i vigilantes del Palagiustizia. Nell’operazione sarebbero emersi stretti rapporti tra alcuni dirigenti delle società coinvolte e messe in amministrazione giudiziaria, e alcuni personaggi ritenuti appartenenti alla famiglia dei Laudani. Nel corso dell’operazione, il gip del tribunale di Milano, su richiesta della Dda, ha emesso 15 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti a vario titolo accusati di far parte di un’associazione per delinquere che ha favorito gli interessi, in particolare a Milano e provincia, della famiglia mafiosa catanese dei Laudani. Altri due fermi di indiziato di delitto sono stati eseguiti a Catania. Il procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini, responsabile della Dda milanese, ha spiegato che le indagini riguardanti la Lidl hanno accertato che “sapevano chi corrompere, quali fossero le persone giuste da corrompere. Per coloro che volevano corrompere – ha detto – era come pescare in un laghetto sicuro: sapevano esattamente chi, come e dove trovare le persone da corrompere. Nell’ordinanza cautelare, si legge che la presunta associazione per delinquere avrebbe ottenuto “commesse e appalti di servizi in Sicilia” da Lidl Italia e Eurospin Italia attraverso “dazioni di denaro a esponenti della famiglia Laudani”, clan mafioso in grado di garantire il monopolio di tali commesse e la cogestione dei lavori.