Il Consiglio comunale ha approvato l’accordo di programma sugli ex scali ferroviari della città di Milano, firmato lo scorso 22 giugno dal sindaco, Giuseppe Sala, dal governatore lombardo, Roberto Maroni e dall’amministratore delegato di Fs, Renato Mazzoncini. L’intervento riguarda oltre un milione e 250 mila metri quadrati: il 65 per cento verrà destinato a verde con un incremento di 130 mila metri quadrati rispetto all’accordo precedente. A questi si aggiungono altri 200 mila metri di connessione lungo i binari ferroviari e il cosiddetto “costruito” si svilupperà in altezza. Il 32 per cento delle volumetrie sarà destinato a funzioni non residenziali concentrate soprattutto in Farini e Romana. Il 30 per cento del costruito sarà concesso all’housing sociale (23) e all’edilizia convenzionata (sette). Di questo 30 per cento, il 40 sarà destinato all’affitto. A differenza del 2015, quando la stessa maggioranza aveva affossato la riqualificazione delle sette aree, questa volta l’accordo è passato con 34 voti favorevoli (Pd, Forza Italia, Milano Popolare, Insieme X Milano, Noi Milano) e 4 contrari, quelli di Basilio Rizzo (Milano in Comune) e dei 5 Stelle. La Lega è uscita dall’aula al momento del voto. Con questa approvazione si conclude un iter partito quando sindaco era Gabriele Albertini, nel 2005. Diverse e contrapposte le reazioni all’approvazione, con grane soddisfazione espressa dal sindaco Giuseppe Sala, che ha sottolineato come in certi momenti la politica non abbia tutti i tempi a disposizione, ma si debba essere pressanti e tenere conto di come la città stia cambiando. Dei sette scali interessati – ha poi aggiunto – alcuni partiranno prima degli altri, probabilmente Farini e Romana, con l’obiettivo di vedere alla fine di questo mandato qualcosa di realizzato. Di parere diametralmente opposto Basilio Rizzo e il Movimento 5 stelle, che ritengono che l’accordo sia “un regalo a Fs e così si lasci tutto nelle mani dei privati. “La forzatura su questa delibera espone al rischio incredibile di vedere messo in discussione da altre parti il provvedimento più importante di questa consigliatura” – ha commentato Rizzo -. Sulla stessa lunghezza d’onda il pentastellato Gianluca Corrado, secondo cui non è sufficiente dire che c’è un po’ di verde in più quando in realtà ci sarà una grande cementificazione, con volumetrie in alto e maggior traffico. Questi beni non dovevano finire agli immobiliaristi, ma avrebbero dovuto essere restituiti ai milanesi. In pratica, si tratterebbe di una gravosa ipoteca per il futuro della città l’approvazione dell’accordo, perché la giunta Sala è riuscita a sottrarre definitivamente a Milano la disponibilità di quasi 1 milione e 250 mila metri quadri di suolo. I milanesi possono quindi dire addio alla speranza di una città più verde e un’aria più sana, perché in realtà ci saranno più cemento e decine di inutili torri che sorgeranno nei prossimi trent’anni.