Cos’è la fibrillazione atriale? Perché insorge e con quali sintomi si presenta? Quali diagnosi e terapie sono più efficaci? Che relazione c’è tra fibrillazione atriale e ictus?
A tutte queste domande risponderanno nella prossima puntata di ‘Medicina Amica’ in collaborazione con Bayer martedì 12 dicembre alle ore 21.00 su Telecolor LCN 18.
La conduttrice Antonella Baronio ospiterà tre eccellenze nel campo: il Dott. Giuseppe Augello, Cardiologo resp aritmologia, il Dott Salvatore Arcidiacono, cardiologo aritmologo e il Dott Sebastiano Tadeo, Neurologo responsabile Stroke unite, medici presso l’Istituto Clinico Città degli studi di Milano.
Insieme a loro valuteremo i sintomi e le conseguenze di questa patologia letale.
Sappiamo che la fibrillazione atriale è la forma più diffusa di aritmia cardiaca. L’aritmia è un disturbo della frequenza o del ritmo cardiaco: durante gli episodi di aritmia il cuore può battere troppo velocemente, troppo lentamente oppure con un ritmo irregolare.
Si diagnostica fibrillazione atriale quando le due cavità superiori del cuore (gli atri) fibrillano a causa di segnali elettrici disorganizzati: “fibrillare” significa “contrarsi molto velocemente e con un ritmo irregolare”.
Durante la fibrillazione atriale il sangue si accumula negli atri e non viene pompato completamente nelle due cavità inferiori del cuore (i ventricoli). Gli atri e i ventricoli, quindi, non riescono a lavorare con la giusta sincronia.
Chi soffre di fibrillazione atriale può non avvertire alcun sintomo ma, anche se asintomatica, la fibrillazione atriale può far aumentare il rischio di infarto. In alcuni pazienti la fibrillazione atriale può causare dolore al torace o l’insufficienza cardiaca, soprattutto se il ritmo del battito è molto rapido.
La fibrillazione atriale può essere sporadica, abbastanza frequente oppure può diventare un problema cronico che dura per molti anni.
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