Addio a Emiliano Mondonico, sport in lutto

Cremona. Resterà uno degli allenatori più amati del calcio italiano: ha legato il suo nome, tra Serie A e B, a tante squadre tra cui Torino, Atalanta, AlbinoLeffe, una squadra a sé, come l’aveva definita, una favola del calcio, e poi Fiorentina, Napoli e Cremonese, con mille aneddoti e ricordi. E proprio con la sua Cremonese Emiliano Mondonico da Rivolta d’Adda, dove lascia la famiglia, moglie e due figlie, aveva conquistato lo storico traguardo della serie A, nel 1984. Ma tante altre sono le sue vittorie, come quella in Coppa Italia con il Torino, per quella sedia alzata in segno di protesta per un rigore (che non c’era) non concesso, a bordo campo della finale di Uefa persa contro l’Ajaxper la meravigliosa cavalcata in Coppa delle Coppe con l’Atalanta. Uno specialista in promozioni, che ha lanciato giocatori come Gianluca Vialli, è stato maestro dell’ex tecnico della nazionale Cesare Prandelli, ma soprattutto per il suo modo di interpretare il gioco e la vita, senza tirarsi mai indietro. Negli ultimi anni è stato opinionista in tv e testimonial nazionale per il Csi, non ha mai rinunciato ad allenare i bambini all’oratorio di Lodi la domenica mattina e non ha mai perso un appuntamento con la sua squadra di affetti da dipendenze, alcol, droga e gioco d’azzardo. La sua battaglia era cominciata nel 2011 “per un po’ di pancetta di troppo”, quando allenava la squadra bergamasca dell’AlbinoLeffe, in serie B: fu proprio il medico della squadra a suggerirgli qualche controllo che evidenziò una “massa anomala”. Si era così rivolto all’Istituto Nazionale dei Tumori. La diagnosi era di liposarcoma retroperitoneale: una patologia rara per cui si registrano circa 200 casi all’anno in Italia, una trentina in Lombardia. Da qualche giorno era ricoverato proprio a Milano, perché la malattia che lo tormentava da anni, la “bestia” come l’aveva chiamata lui, era tornata. Ma dopo quattro operazioni, l’asportazione di una massa tumorale di cinque chili, di un rene, di un pezzo di colon e di intestino, la malattia si è portata via il genio buono del calcio, che da giocatore si era fatto squalificare per andare a un concerto dei Rolling Stones, 20 giorni dopo il suo 71esimo compleanno.

 

Claudia Barigozzi