Cremona, servizi sociali: lavoro non educativo? Si torna in comunità

Cremona. Non sarebbe educativo, secondo l’assistente sociale del Comune di Cremona Silvia Santini, fare certi lavori per una ragazza madre, ad esempio la ballerina di lapdance, così a una giovane cremonese è stato proposto di tornare in comunità con i due figli minori, di 5 e 3 anni. La ragazza madre non ha accettato e il conflitto è sfociato in una causa civile presso il tribunale di Cremona, dove la prima udienza si è tenuta l’altro ieri. Nella propria relazione, l’assistente sociale, che collabora con lo psicologo Giuseppe Sorini, sostiene che la ragazza madre si è rifiutata di collaborare con i servizi, la versione della giovane, rappresentata dal legale Andrea Cantoni di Parma, afferma l’opposto: che collaborerebbe se i servizi fossero disponibili, e che ottenere un appuntamento è difficile. Altre contestazioni del Comune riguardano le vaccinazioni obbligatorie: due sono state fatte, come risulta da un documento, e per le altre due c’è già l’appuntamento. Uno dei due figli inoltre è nato a Como, dov’era stato vaccinato: a Cremona occorre rifare il percorso da capo perché in archivio la somministrazione non appare. In discussione anche le visite mediche, di cui però la donna mostra le impegnative. La questione più spinosa riguarda il lavoro: la giovane afferma che, se fosse stata veramente aiutata dal Comune, dopo quattro anni avrebbe un lavoro e un alloggio fisso, evitando continui traslochi da via Santa Croce, all’hotel Ibis a via Esilide Soldi e in futuro a porta Venezia. Ha dovuto fare la ballerina perché con i 250 euro al mese forniti dal progetto di semi-autonomia della cooperativa Nazareth e dei servizi sociali non poteva sopravvivere e non ha trovato altra occupazione. La sentenza del giudice è attesa per settembre, ma la ballerina ha riaperto una questione più generale, sostenuta in vario modo da altri utenti seguiti dai servizi, e cioè la difficoltà di ricevere risposte dagli uffici comunali. I tempi delle risposte a volte sono lunghi mentre le difficoltà di tutti i giorni tolgono il respiro, non si sa mai con chi poter parlare, il problema del lavoro e della sopravvivenza diventa una croce, se bisogna tirare avanti con poche centinaia di euro al mese e i figli a carico. Complicazioni segnalate più volte anche dalle minoranze in consiglio comunale, come da parte di Marcello Ventura, in un’analisi sull’organizzazione dei servizi, e nella discussione sulle modifiche al regolamento d’accesso ai servizi, da parte di Lucia Lanfredi dei 5 stelle. Da parte propria, la giunta Galimberti in questi anni ha aumentato la spesa sociale e provveduto l’anno scorso a una decina di nuove assunzioni alle dipendenze delle Politiche sociali. Per alcune centinaia di famiglie, però, la crisi occupazionale e sociale è tutt’altro che finita.

 

Paolo Zignani