Cremona: Corso Garibaldi, cantiere fra le vetrine spente

L’asfalto di corso Garibaldi si spezza sotto la pressione della ruspa dell’impresa bergamasca Sangalli, che ha iniziato ieri a rimuoverlo, su incarico della municipalizzata Aem, con un cantiere da 236mila euro, nel tratto fra le trasversali via Milazzo e via Villa Glori.

Al posto del manto d’asfalto sarà collocata la pavimentazione di pietra, in continuità con corso Campi, ultima soluzione tentata dalla giunta Galimberti all’ormai ventennale crisi del corso, penalizzato dalla concorrenza dei centri commerciali. Quattro anni nello stesso punto erano state disegnate le onde blu, secondo un progetto sperimentale poi respinto dalla maggioranza dei cittadini. In seguito è stato ripreso il programma già concordato fra l’amministrazione Perri e la Soprintendenza, che prevedeva la nuova pavimentazione in tre corsi, Vittorio Emanuele II, Matteotti e Garibaldi.

I lavori dureranno 60 giorni, suddivisi in due parti, consentendo il transito dei pedoni e delle biciclette, purché condotte a mano, mentre nel parcheggio di Villa Glori la sosta gratuita è aumentata da mezz’ora a un’ora. Per l’inizio di dicembre, quindi, la pietra adornerà il passaggio, in tempo per le feste invernali. Attorno al cantiere il cielo grigio si specchia nelle vetrine vuote e sui cartelli di liquidazione totale, di avvisi di trasferimento se non di protesta. “Svuoto tutto causa interruzione stradale” è la scritta apparsa qualche giorno fa. Anche la Confcommercio di Cremona tempo fa ha criticato il cronoprogramma dei lavori, iniziati senza concordare i tempi con i negozianti, che rischierebbero di non poter vendere i prodotti già acquistati, a causa degli eventuali tempi lunghi del cantiere, proprio mentre si svolgeranno la Festa del Torrone e quella del salame. Altri negozianti hanno saputo che la resina che sarà usata per stabilizzare le pietre, nei mesi caldi, sarebbe stata messa in grave difficoltà. Intanto altri due negozi lasciano il corso, per trasferirsi altrove, a Cremona. La ragione principale del disagio, e di diverse chiusure, dopo le aperture dei centri commerciali e  la crisi dei consumi, è il rincaro degli affitti, che arrivano a 2mila euro al mese. E il Comune ha promesso un incontro con i proprietari.