Omicidio della Bovisasca, l’assassino è in libertà?

Sulla morte del colombiano 22enne Cristian Giovanny Hernandez Tauttiva, la madre di uno degli arrestati ha raccontato i retroscena dell’omicidio del giovane, avvenuto in zona Bovisasca, dopo una grigliata tra connazionali in via Carlo Carrà. La donna, come ha riportato il Corriere della Sera,  ha parlato con gli investigatori spiegando che Cristian sarebbe morto perché cercava di difendere un amico  dall’aggressione preparata per punirlo di uno sgarro. Il gruppo aveva un passato criminale comune che dalla Colombia aveva portato i giovani anche in altri Paesi, come l’Argentina, dove la criminalità in cui la banda viveva aveva creato alcune tensioni tra loro. In particolare. Secondo la madre di Dilan Mateo Mateus Cardenas la vittima predestinata era Jhonatan Ronaldo Hernandez Vega, 20enne che ora si trova anch’egli in carcere per l’uccisione di Cristian, poi fatto a pezzi e bruciato. Anche in Argentina, racconta la donna, Vega era malvoluto da un uomo che aveva tentato di ucciderlo, forse per una spartizione di un bottino non gradita: lo stesso uomo si sarebbe trovato alla grigliata ma poi se ne sarebbe andato. Toccherà agli investigatori verificare i precedenti spostamenti dei colombiani attraverso i timbri sui passaporti, sebbene il gruppo potrebbe aver lasciato la Colombia e successivamente la Francia per l’Italia, con documenti falsi.  Secondo questa versione dei fatti alla grigliata, anche se non invitato perché forse allontanato dalla banda, si sarebbe presentato questo uomo ancora sconosciuto, di cui gli investigatori hanno però il nome, che è arrivato in via Carrà con l’intento di regolare i conti conn Hernandez Vega. Così il 22enne Cristian si sarebbe messo di mezzo, rimanendo colpito mortalemente al posto di Vega. Poi, come anche emerso dal racconto di Mateus Cardenas, sarebbe stato necessario, per il gruppo, sbarazzarsi del corpo. Farlo a pezzi e bruciarlo era sembrata una soluzione. Le indagini proseguono anche se dagli arrestati non arrivano chiarimenti, forse per motivi legati al timore di ritorsioni per sé e per le proprie famiglie.