A Marco Bonometti viene contestato di aver pagato 31mila euro per una consulenza, sotto forma, in realtà, di acquisto di una tesi di laurea reperibile anche on line, e quei soldi poi sarebbero andati a finanziare illecitamente la campagna elettorale di un candidato. Tra l’altro, altri due imprenditori sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di finanziamento illecito allo stesso candidato. Finanziamento che sarebbe avvenuto con un meccanismo simile. Per tutta la giornata di ieri, tra l’altro, nella maxi inchiesta condotta da Gdf e Carabinieri e coordinata dall’aggiunto Alessandra Dolci e dai pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri, sono stati ascoltati testimoni e indagati tra cui anche un avvocato ligure citata da Giuseppe Zingale, dg dell’ente Afol Metropolitana, come colei che, tramite l’eurodeputata forzista Lara Comi, ha ricevuto consulenze dall’ente per un progetto che si proponeva di lanciare l’Agenzia per la Formazione, Orientamento e Lavoro in Europa. Ora, anche l’europarlamentare Comi, candidata per le prossime elezioni europee, è accusata di aver ricevuto un finanziamento illecito da 31mila euro da Marco Bonometti. All’industriale, in particolare, la Procura contesta la fattura da 31mila euro, emessa da Omr holding (la società di cui l’industriale è presidente), e relativa al versamento di quei soldi alla società Premium consulting srl, tra i cui soci figura appunto Lara Comi. Quei 31mila euro, secondo gli inquirenti, sarebbero stati versati in due tranche da circa 15mila euro. Stando a quanto ricostruito dai pm, l’industriale avrebbe versato quei soldi formalmente per una consulenza, sotto forma di acquisto di una tesi di laurea reperibile anche on line, e quel denaro, invece sarebbe andato a finanziare illecitamente Comi. I pm, come si leggeva nella richiesta di custodia cautelare a carico di 43 persone, tra cui i due esponenti di FI Fabio Altitonante e Pietro Tatarella, stanno indagando anche su un altro episodio, ossia su “contratti di consulenza” ottenuti, attraverso Gioacchino Caianiello, ex coordinatore di FI a Varese e ritenuto il “burattinaio” del presunto “sistema”, da “una società riconducibile a Lara Comi”. Contratti di consulenza “da parte dell’ente Afol città metropolitana” per un “totale di 38.000 euro”. Il titolo della tesi sarebbe “Made in Italy: un brand da valorizzare e da internazionalizzare per aumentare la competitività delle piccole aziende di torrefazione di caffè”.