Cremona: comizio Salvini, parla un testimone

Cremona La notizia dell’aggressione di lunedì scorso in piazza Roma, durante il comizio del ministro Matteo Salvini a sostegno del candidato sindaco Carlo Malvezzi, poi sconfitto al ballottaggio, è rimbalzata su diverse testate nazionali, dal Fatto Quotidiano, a Repubblica, IlPost, Open, il giornale on line fondato da Enrico Mentana. Un’eco che prosegue nella lettera aperta di Luigi Manconi, dopo il tweet di Pippo Civati, il fondatore di Possibile. Manconi, già senatore e presidente della Commissione straordinaria per la promozione e la tutela dei diritti umani, parla di “catastrofe culturale” e di riduzione degli spazi di libertà, “se persino il Vangelo fa paura”, e aggiunge che “sono sempre più numerose le insidie portate alla piena agibilità politica e alla regolarità della discussione pubblica”. Le discussioni continuano a infiammare il Web, con diverse richieste rivolte alla Lega, a Carlo Malvezzi e al capolista della Lega Alessandro Zagni, affinché chiedano scusa al ragazzo che ha alzato, tra la folla a pochi metri dal palco, una sciarpa con la scritta “Ama il prossimo tuo”. Il ragazzo non ha presentato denuncia e, pur essendo stato colpito da calci e pugni, come riferito da alcuni testimoni, ha scelto di non recarsi al Pronto Soccorso. Nessuna risposta da Carlo Malvezzi, mentre Alessandro Zagni ha sollevato dei dubbi, chiedendo quali fossero le prove pubblicamente disponibili dell’accaduto, che pure ha diversi testimoni, ascoltati da quest’emittente nel servizio uscito venerdì. Due pagine Facebook hanno pubblicato il post di un presunto aggressore, datato 3 giugno alle ore 23. Il linguaggio dimostra una singolare coincidenza, perché la scritta evangelica è definita “carta igienica” nel post, così come nel video consegnato alle forze dell’ordine, dove si sente una voce che intima “Metti giù quella carta igienica”. La vittima, un neo laureato cremonese che ha partecipato al programma Erasmus, intende aprire un’impresa e non ha sinora accettato interviste. Uno dei testimoni, un suo amico, a sua volta nel progetto Erasmus, ha confermato i fatti di lunedì scorso a “Open”, per ribadire che “nessuno voleva innescare reazioni violente”, e che non si aspettava affatto di trovarsi in una situazione simile, “anche se sapevamo che saremmo stati contrastati”.

Paolo Zignani