Droga, il modello Rogoredo esportato alle Groane

Il Progetto Rogoredo ha l’obiettivo di sottrarre i tanti ragazzi al consumo di droga (in particolare eroina). Sono diversi i soggetti, sia privati sia pubblici, coinvolti e già in prima linea e in campo ci sono anche mezzi di soccorso e una presenza ampia e costante di operatori qualificati, che cercheranno di entrare in relazione con le persone che frequentano il ‘boschetto’, offrendo informazioni e assistenza igienica e sanitaria. Vista l’efficacia di questa iniziativa, che ha preso il via alcuni mesi fa, per direttissima verrà applicata a luglio al Parco delle Groane, altra piazza di spaccio low cost, dove una dose di eroina viene via con 2-3 euro. In questa zona, però, è molto più complicato per gli operatori agganciare i ragazzi. Il modello Rogoredo, che ha permesso di agganciare novemila persone in quattro mesi, vede interventi socio sanitari integrati e unitari sull’area del boschetto, e di natura sociale e legati alla sicurezza scaturiti dal tavolo di coordinamento attivato dalla Prefettura di Milano. In questi quattro mesi, dal 31 gennaio al 31 maggio è nata una progettualità articolata con l’obiettivo di agganciare più ragazzi possibili grazie all’erogazione di servizi come medicazioni, primo soccorso, distribuzione di siringhe e preservativi, cibo e bevande. Per arrivare poi a vestiti e un posto letto in una delle strutture di accoglienza. Dopo aver creato un rapporto di fiducia con i tossicodipendenti, che sono per il 70 per cento italiani, maschi, tra i 25 e i 45 anni, alle persone è stato proposto di intraprendere un percorso di disintossicazione, l’accesso a residenze protette e housing temporaneo. Il risultato è un dispositivo socio sanitario integrato con il sistema di intervento ordinario estendibile ad altre aree con problematiche analoghe come il Parco delle Groane.