“Andiamo avanti con fiducia. Lunedì riferirò in Consiglio comunale”: il sindaco Beppe Sala commenta con poche parole, la condanna che ora grava sulla sua carica ma che per ora non mette in forse il suo lavoro per la città di Milano. Il primo cittadino si è riservato di attendere di conoscere il dispositivo della sentenza del processo per gli appalti della piastra di Expo. Sala è stato condannato a sei mesi per falso ideologico per avere firmato il 31 maggio 2012, ma con una data retrodatata al 17 maggio, due atti ideati per sostituire due commissari della gara per la Piastra Expò da 272 milioni di euro. Una retrodatazione che sarebbe servita all’allora commissario di Expo, per evitare di rifare la procedura ed evitare conseguenti ritardi sui lavori per la realizzazione del sito espositivo ai confini tra Milano e Rho. Sala ha sempre rivendicato con orgoglio di essere riuscito a far completare i lavori nei tempi previsti e di aver fatto sì che l’Expo si trasformasse in un successo per Milano e per l’Italia. Nonostante l’amarezza, in Consiglio comunale il sindaco soprattutto intende confermare l’intenzione di andare avanti con il lavoro alla guida di Milano. Sono stati molti i messaggi e le mail di incoraggiamento che da più parti sono arrivate nelle ultime ore. Profondamente rispettoso della sentenza, Sala ha risposto ai giornalisti e, a margine della sua visita al Villaggio della Coldiretti, ha ricevuto nuovamente la solidarietà del ministro Matteo Salvini, dopo il plauso per quanto fatto ha ribadito, riferendosi alla condanna, che “di questo passo non si troverà neanche più un cittadino italiano disponibile a fare il sindaco o fare il consigliere o il ministro perché se firmi la riga sbagliata sul modulo sbagliato sei automaticamente inquisito”. Per quanto riguarda invece il Movimento 5 stelle ha chiesto le sue dimissioni. Ma il problema, secondo il primo cittadino è un altro. La sentenza di condanna infatti ora getta la sua ombra anche sul nuovo ruolo chiave che Milano insieme a Cortina svolgerà per ospitare i giochi invernali del 2026. La sentenza su Expò potrebbe rischiare di frenare la macchina organizzativa e che casi come questo possano allontanare qualche manager dalla gestione delle Olimpiadi. Entrare nel pubblico – sia a livello politico sia a livello manageriale potrebbe rappresentare un rischio troppo elevato. La preoccupazione di Sala è ora rivolta anche al lavoro ancora a venire. Il Comitato per la legalità e la trasparenza del Comune di Milano, presieduto dall’ex pm Gherardo Colombo, ha sottolineato in una nota diffusa dall’amministrazione che la sentenza di condanna “non comporta alcun impedimento né costituisce motivo ostativo alla serena prosecuzione del mandato”.