Cremona, licenziamenti Iper: corteo in centro commerciale

Gadesco (Cr) E’ di ieri pomeriggio l’ultima irruzione degli operai del magazzino di logistica Iper di Soresina, che sono entrati nell’Iper di Gadesco Pieve Delmona, all’interno del centro commerciale CremonaDue, per tenere un corteo a difesa del posto di lavoro, alzando le bandiere del sindaco Usb, e chiedere solidarietà ai consumatori. Lo striscione porta la scritta: “Iper 170 licenziamenti per il profitto” per condannare la scelta dell’azienda che non ha dato alcuna possibilità ai facchini, malgrado il fatturato di due miliardi di euro. Il corteo sfila tra le vetrine dei negozi e le luci al neon, nella galleria del centro commerciale, scandendo cori a gran voce, per gridare che “il posto di lavoro non si tocca”. Sinora l’unica proposta dell’azienda è stata una buonuscita di circa 10mila euro per accettare il licenziamento. Quando il corteo si ferma e uno dei facchini prende la parola, l’effetto è dirompente. Le leggi italiane consentono un tale livello di flessibilità, che è possibile licenziare 170 persone, pur dopo 10 o 15 anni di lavoro nello stesso magazzino, che rifornisce una ventina di supermercati in Lombardia. E’ stato sufficiente comunicare alla Prefettura che si procederà a un trasferimento d’attività a Casirate d’Adda, dove sarà un altro operatore logistico a fornire manodopera, più giovane, non sindacalizzata e meno costosa. Nel frattempo il presidio davanti al magazzino di Soresina continua da un mese e mezzo, dal 21 maggio, da quando le stesse famiglie dei facchini, con mogli e figli, manifestano per dimostrare il proprio estremo disagio. Nel frattempo Mansur è tornato a casa dall’ospedale Maggiore di Cremona: è lui l’operaio più seriamente ferito durante gli scontri con le forze dell’ordine del 14 giugno. Una grave lussazione lo ha costretto al ricovero per diversi giorni: la Questura ha sempre sostenuto che l’uomo, 56enne originario della Turchia, si è fatto male da solo. Da parte propria Mansur afferma che è stato un uomo in divisa a mandarlo all’ospedale, con una mossa tipica delle arti marziali.