Lega: la Procura di Milano apre fascicolo sui fondi russi

La procura di Milano ha aperto un fascicolo di inchiesta sulla vicenda dei presunti fondi russi alla Lega di cui hanno parlato in inchieste giornalistiche. L’indagine nasce, infatti, dagli articoli de l’Espresso e dall’audio pubblicato sul sito americano BuzzFeed, con la voce di Gianluca Savoini, leghista presidente dell’associazione Lombardia-Russia, che a Mosca avrebbe trattato con alcuni russi per far arrivare fino a 65 milioni di dollari alla Lega nell’ambito di affari legati al petrolio ma non si sa se l’intesa sia mai andata in porto. Una riunione all’hotel Metropole di Mosca. Sei uomini presenti: tre russi e tre italiani. Tra questi ultimi, uno dei collaboratori del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini: Gianluca Savoini. Oggetto dell’incontro: la possibilità di far arrivare milioni di fondi russi al partito guidato da Salvini. Questo il quadro che secondo Buzzfeed emerge da registrazioni audio realizzate durante la riunione, delle quali il sito Usa pubblica una trascrizione. La riunione risale allo scorso ottobre e i sei uomini, nell’appuntamento presso l’iconico hotel di Mosca, formalmente sono lì per fare un accordo petrolifero. Ma nella trascrizione della registrazione si sentirebbero, secondo BuzzFeed, trattative per un accordo per convogliare decine di milioni di dollari dal petrolio russo alla Lega. In un frammento audio pubblicato dal sito americano, si sente una voce attribuita a Savoini che dice in inglese: “Noi vogliamo cambiare l’Europa. Una nuova Europa deve essere vicina alla Russia, come era prima, perché noi vogliamo la nostra sovranità”. Le trascrizioni mostrano la parte russa particolarmente entusiasta di Salvini, che viene definito come il “Trump europeo”. Lo stesso Salvini, che non era alla riunione, il giorno prima aveva incontrato il vicepremier russo Dmitry Kozak e Vladimir Pligin di Russia unita, il partito di Putin. Non è chiaro a BuzzFeed se i negoziati del Metropol abbiano davvero portato a un accordo. Ma, secondo il sito americano, si tratta della prima prova concreta che la Russia ha almeno tentato di finanziare movimenti populisti e di estrema destra in Europa.