Il raddoppio della linea ferroviaria Mantova Cremona Milano rischia di essere già superato dalle nuove tecnologie ancor prima di essere realizzato, oltretutto a costi enormi: un miliardo e 320 milioni. Lo osserva Ferruccio Rizzi di Salviamo il Paesaggio, constatando che in Germania i locomotori all’idrogeno circolano già dall’autunno di un anno fa e i treni vengono digitalizzati. Non c’è bisogno insomma di raddoppiare i binari, semplicemente perché sui treni può essere installato il Gps, in sostituzione della segnaletica tradizionale, permettendo quindi scambi ai 60 all’ora e non più ai 30, perché i treni saranno in grado di accelerare e rallentare rapidamente, e quindi incrociarsi nelle stazioni senza perdere tempo. C’è uno studio scientifico, cui si appella Ferruccio Rizzi, ex assessore dell’amministrazione Bonfante di Vescovato, oggi dimenticato, benché commissionato dai consiglieri regionali del M5S al professor Paolo Beria del Politecnico di Milano. Un raddoppio dei binari su un percorso di 89 chilometri, con 71 passaggi a livello da abbattere, e appena 11mila passeggeri ogni giorno, non supera l’analisi costi benefici. Sono più economici i bus. L’associazione Salviamo il Paesaggio punta sulla digitalizzazione e l’esempio tedesco, molto meno meno costoso, perché dal diesel si arriva al digitale saltando un passaggio, quello dell’elettrificazione delle linee ferroviarie e del doppio binario. Ieri, in commissione Territorio, l’amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile ha illustrato il progetto del raddoppio della linea Mantova Cremona Milano. La prima parte dei lavori riguarda la tratta Mantova Piadena e non arriva nemmeno a Cremona. Occorreranno 490 milioni e ne sono stati stanziati solo 340: i lavori dovrebbero concludersi entro il 2025. La seconda fase dei lavori, il raddoppio della tratta Piadena Codogno, costerà quasi un miliardo e non si sa quando si troveranno i soldi, anche perché il piano degli investimenti è molto oneroso.
Paolo Zignani